L’Italia rivoluziona il calcio, ecco la “moviola in campo”

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Dopo la crisi e gli scandali che hanno travolto il mondo del calcio nostrano, l’Italia riparte. Da dove? dal tappeto verde, il campo di calcio. Proprio quel campo che regala gioie e dolori, soprattutto quando ci sono episodi che lasciano dubbi e incomprensioni, creando critiche e malumori non solo ai tifosi, ma anche ai dirigenti. In questi casi la moviola può chiarire le cose, oppure no. Per risolvere il problema è stata fatta più volte l’idea della moviola in campo e adesso finalmente è stato deciso di utilizzarla. Nella riunione di venerdì 8 aprile, convocata a Londra dall’organismo internazionale competente per la modifica delle regole del gioco con l’obiettivo di illustrare il progetto e per avere le conferme alla sperimentazione dalle associazioni nazionali, la Federcalcio ha ribadito ancora una volta il proprio interesse.

La Figc, insieme ad altre federazioni (Germania, Inghilterra, Francia, Brasile, Usa) è stata scelta per l’avvio della sperimentazione del ‘Var'(Video Assistant Referees), il sistema che aiuterà gli arbitri nelle situazioni più controverse. Dopo il via libera dell’Ifab del  5 marzo,  da settembre l’Italia inizierà il test sulla nuova tecnologia che rivoluzionerà il mondo del pallone. Si partirà a settembre e molto probabilmente  in Serie B.

Soddisfatto Tavecchio, che ieri a Ginevra per impegni istituzionali, ha commentato:

Siamo stati tra i primi sostenitori dell’utilizzo della tecnologia in campo e riteniamo di avere tutti i requisiti per offrire il nostro contributo a questa importante sperimentazione. Nel rispetto della fluidità del gioco e della centralità dell’arbitro, anche nel calcio l’innovazione migliorerà tutto il sistema, come ha già dimostrato la positiva adozione della Goal line technology”.

Il progetto prevede due fasi: la prima offline nella stagione 2016/2017 e la seconda live durante la stagione 2017/2018, per arrivare alla definitiva introduzione da Euro 2020. Come riporta il documento pubblicato dalla Fifa l’obiettivo non è raggiungere il 100% di correttezza nelle decisioni, ma di evitare chiare inesattezze sul terreno di gioco, quegli errori che possono cambiare le sorti di una partita e cioè gol, rigori, cartellini rossi diretti e scambi di persona. Il direttore di gara potrà intervenire, su queste situazioni:

– Goal/non goal
– Rigori: il VAR vigilerà sulla corretta o meno assegnazione di un calcio di rigore
– Espulsioni: il VAR assicurerà che non verranno prese decisioni in merito ai cartellini rossi
– Scambio di persona: il VAR informerà l’arbitro nel caso di scambi di persona al momento dell’estrazione di un cartellino.

In linea di massima dovrebbe funzionare così: l’arbitro chiederà l’aiuto della Var o sarà la Var stessa a raccomandare all’arbitro di rivedere o modificare una sua decisione. Inoltre il replay viene visionato dai componenti della Var che avvisano il direttore di gara tramite un auricolare di cosa mostrano le immagini e l’arbitro decide di rivedere il replay a bordo campo prima di prendere una decisione. In alternativa può esserci un arbitro di video davanti al monitor in campo, in tribuna o fuori dallo stadio in collegamento via auricolare con il direttore di gara. L’obiettivo per il futuro è che la tecnologia offra in breve Google-glass e smartphone con video al polso dell’arbitro. E quando il gioco non si ferma? Il protocolla prevede la possibilità di fermarsi se la palla è in una zona non influente o di aspettare uno stop, senza dimenticare l’opzione “challenge”, cioè quando i tecnici chiedono una verifica video.

Barbara Roviello Ghiringhelli