Un mese fa si giocava Fiorentina-Inter, arrivava l’ennesimo flop nerazzurro e c’era chi aveva dato la squadra di Mancini per persa e irrecuperabile. Da capolista a quinto posto (superata da Roma, Napoli, Juventus e Fiorentina che pareva stesse aumentando sempre di più il gap), il ciclone mediatico su una possibile dismissione di Thohir, l’esaltazione del debito, le possibili conseguenze di una mancata qualificazione in Europa e il malcontento generale che si dileguava tra i tifosi hanno contribuito, o forse no, ad un inesorabile scivolone e calo di qualità tecnica e mentale che ha dato vita ad un circolo vizioso dal quale l’Inter sembrava non uscirne viva. Il calcio, però, è anche e soprattutto questo: è incredibile, è estasi, è stupore, il calcio è quel mondo fatato in cui nulla va dato per scontato.
Come un’araba fenice, l’Inter è risorta dalle sue ceneri: mentre il Milan di Mihajlovic prosegue con la discontinuità con la quale ha aperto la stagione, affondando sempre di più la posizione del tecnico serbo, i nerazzurri dopo essere stati affossata dalla Juventus in campionato, hanno dato dimostrazione di essere ancora vivi contro un solido Bologna che dopo 5 vittorie consecutive perde i 463 minuti di imbattibilità grazie ai gol di Perisic e D’Ambrosio. Per merito più nerazzurro che per demerito rossoblù, l’Inter di Mancini ha blindato in casa i tre punti contro la squadra di Donadoni ritrovando la scia di risultati positivi che tanto erano mancati ad Appiano Gentile.
Diversa dall’Inter capolista alla quale eravamo abituati, questa “Seconda” Inter vince divertendo, crea gioco, si propone in avanti e attacca tanto quanto difende. Maurito fa sussultare San Siro e non arriva, proprio sotto porta, a calciare uno splendido cross di Eder, gesto costato caro al numero 9 nerazzurro che, dolorante è costretto ad uscire dal campo per una distorsione al ginocchio; spiacevole inconveniente che molto probabilmente determinerà l’assenza del capitano nel prossimo importantissimo match contro la Roma. Dentro Kondogbia al posto di Icardi a fianco di Medel, 4-2-3-1 con Brozovic che passa trequartista e Ljajic sulla fascia destra, Perisic invariato sulla sinistra ed Eder prima punta; un modulo e una formazione mirata a spingere in avanti e rendersi pericolosa sotto porta. Gli undici di Mancini tornano a strappare sorrisi al tecnico iesino e al popolo nerazzurro.
Spartiacque determinante, il ritorno di Coppa contro la Juve è servito all’Inter a voltare pagina archiviando (per quanto possibile) i due mesi appena trascorsi e ritrovare la serenità e la fiducia che mancavano da quel lontano Inter-Lazio. Non riuscendo ancora ad evitare gli errori di disattenzione e il calo di concentrazione e rendimento, concede gol che fino ad allora non aveva mai concesso. Concede di più osando di più; se fino alla partita ad Empoli, infatti, era la miglior difesa del campionato adesso conta quasi il doppio dei gol subiti rispetto alla capolista miglior difesa indiscussa.
Archiviato il periodo no, pare Mancini abbia archiviato anche il periodo degli 1-0 e infilati 3 gol alla Samp, 3 alla Juve e 3 al Palermo, ha variato solo contro il Bologna segnando una doppietta piuttosto che un tris, risultati non indifferenti se si pensa che rispetto alla prima parte di stagione va a segno quasi il doppio.
Nel girone d’andata fino al match contro il Bologna aveva realizzato soltanto 10 gol; in questa seconda parte di stagione, invece, nonostante abbia collezionato 6 punti in meno, 15 punti in 10 giornate rispetto ai 21 dell’andata, ha mandato a segno 15 gol. Un crescendo di +5 non trascurabile se si considera che nelle due sconfitte contro Juventus e Milan la squadra di Appiano Gentile non ha realizzato alcuna rete.
Un altro dato a favore di Mancini sono le statistiche rispetto alla stagione scorsa, l’Inter, infatti, è la squadra ad aver fatto meglio dopo il Napoli; dopo 29 gare l’Inter di Mancini conta 16 punti in più rispetto a quelli collezionati lo scorso anno, in cui, alla 29a giornata contava soltanto 38 punti.
Tornare indietro per evitare gli errori fatti non gli è concesso e se non si può cancellare da dove si proviene, si può decisamente determinare dove andare, motivo per cui, sia i giocatori che Mancini hanno ritrovato la consapevolezza di poter fare bene e la compattezza giusta per tornare competitivi, se non per il terzo posto, almeno per un finale di stagione quantomeno dignitoso e all’altezza.
Come dichiarato dai giocatori stessi nel post partita, la vittoria contro i rossoblù ha dato alla squadra fiducia e spinta motivazionale utili in vista del big match contro la Roma all’Olimpico, un match che vale un possibile barlume di speranza per la lotta al terzo posto.
Egle Patanè