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L’impresa calcistica del Leicester di Srivaddhanaprabha e Ranieri

L'impresa storica nel 2016 del Leicester di Srivaddhanaprabha che vince per la prima volta la Premium League e si qualifica per la Champions

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Vincere un campionato, quello inglese, con una squadra che era partita per salvarsi ha quasi dell’incredibile, ancora di più se si considera che non militava da tempo nella massima serie, ancora di più se le avversarie si chiamano Manchester City, Arsenal, Liverpool, Tottenham…

Ed è ancora più sorprendente che la squadra in questione, partita come Cenerentola, diventa regina d’Inghilterra vincendo la Premier League per la prima volta nella sua storia. 

Leicester City new manager Claudio Ranieri speaks at a press conference at the King Power Stadium, Leicester England Monday July 20, 2015. (Mike Egerton/PA via AP) UNITED KINGDOM OUT NO SALES NO ARCHIVE

Il 2016 è stato l’anno d’oro per il Leicester, al comando delle Foxes c’è Claudio Ranieri e la panchina gestita con il suo “sistema italiano con lo spirito inglese” che sfrutta la velocità della squadra impostando rapidi ed inaspettati contropiedi; in campo campioni del calibro di Jamie Vardy, uomo simbolo della rinascita del club e vero e proprio trascinatore (che tra l’altro sino a poche stagioni prima giocava nell’ottava serie inglese con una sqaudra di lavoratori siderurgici) e Riyad Mahrez che sino a quattro anni prima giocava nel campionato amatoriale francese.

Non solo; il Leicester in quei mesi entra nella storia dello sport anche per essere riuscito a sorpresa a qualificarsi per la Champions League, competizione che ha contribuito a rendere popolare lo storico club nato nel 1884 fuori dai confini del Regno Unito.

Il Leicester, al debutto in Champions, vince il proprio girone in anticipo qualificandosi per gli ottavi di finale; accederà ai quarti di finale ma sarà eliminato dall’Atletico Madrid.

Ma poco importa.

 

I risultati incredibili di quell’anno inorgogliscono l’intera città che vive con la sua squadra una delle più grandi imprese del calcio moderno; squadra che, tanto per dire, elimina avversari blasonati, vince con un calciatore che giocava in una squadra di operai e con calciatori impegnati in campionati amatoriali; l’allenatore non viene considerato eccezionale (reduce da un’impresa fallimentare in Grecia), il club non ha una storia di tradizione alle spalle.

Un esempio lampante di come si sovvertono facilmente tanti luoghi comuni…

Anche quello di un allenatore scarso che a pochi mesi dal suo insediamento vede la sua squadra battere per 2 -1 il Chelsea di Mourinho

 

E’ il 2 maggio del 2016: il Leicester vince matematicamente la Premium League, il Tottehnam, secondo in classifica, pareggia con il Chelsea e i suoi 70 punti non sono sufficienti a contrastare i 77 delle Foxes.

 

In quell’anno glorioso il patron della squadra era già Vichai Srivaddhanaprabha, miliardario thailandese attuale presidente del club scomparso in seguito al tragico incidente dei giorni scorsi; l’elicottero su cui viaggiava si è schiantato fuori dallo stadio di Leicester e con lui sono morti i due piloti e due componenti dello staff della squadra.

Srivaddhanaprabha aveva acquistato il Leicester nel 2010 e l’anno successivo, subentrando a Milan Mandaric, ex proprietario, ne era diventato presidente.

Si era impegnato a fare crescere il club con un investimento di 200 milioni di euro suddiviso in tre anni.

In queste ore si sono susseguiti i messaggi di cordoglio e di solidarietà; tra tutti particolarmente commovente quello del portiere della squadra, Kasper Schmeichel:

“E’ difficile spiegare quanto lei mio caro presidente abbia significato per questo club e per questa città. Ti sei occupato così profondamente non solo della squadra ma dell’intera comunità; il tuo contributo all’ospedale di Leicester e la beneficenza che hai fatto non verrà mai dimenticato. Sei andato molto oltre il ruolo che ti competeva. Hai cambiato il calcio per sempre! Hai dato speranza a chiunque che l’impossibile può diventare possibile, non solo ai nostri tifosi ma ai tifosi di tutto il mondo e di ogni sport”.

 

Silvia Sanmory

 

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