Si è vissuta male. Si è vissuto male il prima, il durante ed il dopo.
Mai come quest’anno Juventus-Roma è stata una partita già scritta; quello che non potevamo prevedere, ma che in molti speravano, era di incassare un passivo dignitoso disputando un match altrettanto dignitoso.

C’è poco da analizzare nel match e quel poco ricalca i dubbi e le incertezze che da un po’ aleggiano in quel di Trigoria.

La Roma si blinda, pensa un 4-2-3-1 di sicurezza, ma a fare la differenza è l’enorme gap tra le due squadre e il valore tecnico espresso dai singoli.
Purtroppo Di Francesco sceglie ancora Schick davanti, i segnali negativi sembrano non arrivare a destinazione e la Roma, per l’ennesimo match, si ritrova a giocare con un uomo in meno, cosa che contro la Juve poteva davvero essere letale.

Poteva, perché in realtà non è stato, la squadra di casa domina, costruisce e tiene un basso profilo, nel primo tempo si avvicina spesso alla porta della Roma, insiste e trova una difesa compatta ed un portiere che para l’impossibile, sicuro e concentrato prima su Alex Sandro e poi su Ronaldo in più di un’occasione ma la sensazione che i bianconeri possano far male è sempre viva, il portiere svedese però tenta di farsi perdonare la brutta prestazione contro il Genoa e quasi ci riesce, anche grazie all’intervento dell’arbitro Massa che annulla due dei tre gol realizzati dagli uomini di Allegri, in realtà molto dubbi.

Si, perché alla fine la Juve porta a casa il match, un 1-0 secco e pulito che gestisce con diligenza senza strafare, con Mandzukic in grande forma che quasi oscura un Ronaldo molto polemico nei giorni precedenti il match e forse pervaso da un po’ di nervosismo per tutti i 90′.

La Roma corre molto, più al centro stavolta grazie agli inserimenti di Zaniolo e Cristante che tengono vivo il gioco e impegnano Bonucci e Chiellini, forse più dell’attaccante “in pectore” e di Floenzi e Under che bucano poco dalle rispettive fasce, buona la prestazione di Nzonzi, vivo e attento nel suo ruolo, tiene gli occhi e le “manone” puntate sulla nuca di Dybala, prende solo un giallo ma con il suo atteggiamento “accompagnatorio” poteva rischiare davvero di farsi espellere, nel momento più teso del match viene sostituito da Dzeko, un bel ritorno che può far ben sperare.

Nel secondo tempo gli uomini di Di Francesco tentano l’impresa, alzano il baricentro e tengono la Juve nella sua metà campo sfruttando un discreto giropalla, Allegri richiama alla calma e punta tutto sulle ripartenze sempre pericole ed accattivanti.
Con il 4-3-1-2 Allegri centra il risultato e la grande prova di De Sciglio confema anche l’ottima intesa con la squadra, grosso lo spirito di sacrificio dei centrocampisti che hanno aiutato nella copertura ed i due tiri in porta della Roma, attentamente contenuti da Szczesny, confermano il buon momento di un gruppo che si sente davvero squadra.

Schick a parte, un pesciolino fuor d’acqua sembra essere Santon, sua la responsabilità sul gol di Mandzukic; perfettamente in anticipo pasticcia poi nel contenimento aereo dove il croato ha la meglio spedendola in porta, prova a salire ma nonostante l’impegno si fa sopraffare dai giganti bianconeri, lasciando a Manolas la gestione di una difesa che ormai pende dalle sue labbra, ormai come tutta la squadra.

Molta la voglia, un impegno profuso addirittura sopra le potenzialità di una squadra stanca scoraggiata e psicologicamente provata.

Zaniolo conferma un senso del gioco davvero interessante, profondo in attacco, deciso negli interventi, una prestazione di tutto rispetto che alimenta le speranze di una Roma che già a Dicembre pare trovarsi con una rosa cortissima, tra i giovani anche il piccolo Kluivert svetta tra gli altri, recuperando lo stato depressivo del resto dei compagni.

La Juve spinge, la Roma castiga, particolarmente aggressiva e fallosa tanto da rendere, il secondo tempo, altamente frammentato proprio per colpa dei numerosi interventi sugli avversari che, nonostante il minimo scarto, hanno dimostrato di reggere con molta maturità l’intero match.

Poche le recriminazioni, più che altro perché forse non era questa la partita per avanzarle, certo è che si fatica, quattro punti dal quarto posto e la Coppa Italia dietro l’angolo, un occhio al mercato in entrata, ma si anche in uscita.
Per ora la panchina di Di Francesco sembra solo traballare, i nomi per il post non convincono Boston e, a dirla tutta, sono ben altre le responsabilità in questa squadra.

 

Laura Tarani