Dodici calciatrici di Serie A scendono in campo per promuovere la cultura, grazie all’iniziativa ‘Libri in Gioco’.
Diffondere la lettura grazie alle testimonianze delle calciatrici, questo l’obiettivo del progetto promosso dalla Divisione Calcio Femminile della FIGC in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura e il Salone Internazionale del Libro di Torino.
Tecnico d’eccezione la scrittrice Chiara Gamberale, che ha lanciato l’iniziativa come allenatrice di questa formazione della cultura. Le ragazze hanno svelato il loro rapporto con la lettura, qual è il loro autore preferito e se c’è un libro che abbia influito sulla loro vita sportiva.
“Per poter essere una persona migliore e una calciatrice migliore, non bisogna allenare solo il fisico, bisogna allenare anche la mente”
Lo sa bene Alessia Salvia, dell’Orobica Calcio Bergamo, che proprio in questi giorni si sta preparando per gli esami di maturità. La diciottenne non ha una categoria di libri preferiti, recentemente ha letto “Il ritratto di Dorian Grey” di Oscar Wilde, un libro che nonostante sia del 1890 è ancora molto attuale. Non rinuncia però alle letture sportive, come “Il calcio è una cosa semplice” di Max Allegri.
Sceglie invece “Cecità” di Josè Saramago, Norma Cinotti dell’Empoli Ladies. Un libro che ha letteralmente divorato. Il romanzo del premio Nobel per la letteratura portoghese non è, però, l’unico libro importante della sua vita. A influire sulla sua carriera è stata infatti la biografia di Federica Pellegrini, in cui si parla di sacrifici, difficoltà affrontate e superate.
“Dobbiamo essere disposti a liberarci della vita che abbiamo pianificato per poter vivere la vita che ci aspetta”
-Joseph Campbell-
Una citazione che la bianconera Cecilia Salvai, appassionata dei libri di Dan Brown, lega alla situazione attuale. Nessuno infatti si sarebbe mai aspettato di vivere un 2020 così. Una frase che, però, può essere legata anche all’infortunio subito circa un anno fa. Una lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro che ha stravolto i suoi piani e i suoi obiettivi.
Ma la lettura può anche essere una passione nata per caso, come nel caso di Debora Rinaldi del Milan. L’attaccante aveva 16 anni e lavorava in una gelateria quando ha notato casualmente “Il Suggeritore” nella postazione della cassa. Da quel giorno è sorta una vera e propria attrazione per i libri, tanto che si deve trattenere dal non comprarli.
“Se sembra impossibile allora si può fare”
È il titolo del libro di Bebe Vio ed è la frase che sceglie Emma Errico del Sassuolo. Una frase che per la centrocampista significa tutto: amore, voglia, coraggio. Tre pilastri fondamentali nello sport ma anche nella vita di tutti i giorni: “Bisogna amare se stessi, avere coraggio e avere la voglia di vincere contro tutto”.
Katja Schroffenegger del Florentia Sangimignano legge, invece, per immergersi in nuovi mondi. Dei mondi che non puoi trovare nei film o nelle foto, dei mondi che si possono immaginare solo con la propria creatività. Dagli universi fantastici, alle biografie sportive, non importa il genere. Il libro che l’ha segnata di più però è il Piccolo Principe, un libro gigante nel suo piccolo.
In campo per la squadra della lettura anche Claudia Ciccotti. Per la calciatrice della Roma Femminile leggere è un modo per evadere dalla realtà e forse è proprio per questo che preferisce libri di avventura e ricchi di intrighi. Non rinuncia però anche alle letture sportive, “Giocando a calcio a Kabul”, quello che più l’ha colpita.
C’è anche chi, però, ha una passione talmente forte per la lettura che ha deciso di scrivere lei stessa un libro. Si tratta di Stéphanie Öhrström della Fiorentina Women’s. La svedese, l’estate scorsa, ha pubblicato “Elisa & Bella Francavilla”, un libro per ragazzi o bambini che parla di una ragazza che vuole diventare calciatrice, nonostante il parere contrario della famiglia.
“Una fuga nel tempo e una fonte di curiosità, il motore di tutto”
Sara Mella, dell’Hellas Verona, non rinuncia mai a un bel libro di viaggi o a un romanzo, soprattutto prima di una partita. Quello che l’ha segnata di più? “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach.
Per Valentina Puglisi, del Tavagnacco, la lettura è invece sinonimo di libertà di espressione, di comunicazione e di pensiero. La centrocampista si concentra sui grandi classici, da Seneca a Pirandello fino a Oscar Wilde. Ma il libro che l’ha segnata di più è “1984” di George Orwell.
In campo per la cultura anche Debora Novellino, del Pink Bari. La calciatrice tarantina ha delle mete e degli obiettivi ben precisi nella sua vita e si lascia ispirare da “Giocare da uomo” di Javier Zanetti. La ventiduenne, così come l’ex capitano dell’Inter, farebbe di tutto per la propria squadra e per la maglia.
Ma la lettura fa anche crescere sotto tutti i punti di vista. Questo il pensiero di Regina Baresi dell’Inter, che ama variare tra romanzi, libri sportivi, storici e non solo. Tra i suoi preferiti “L’alchimista” di Coelho, “Open” di Andre Agassi e “L’arte della guerra”, un libro molto utile per la formazione della leadership e il lavoro di squadra.
La formazione della cultura è già scesa in campo.
E voi, che libro scegliete?
Alessandra Cangialosi