Caro Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro, nostro Padreterno indiscusso del pallone e del marketing, 1,87 cm di testosteronico andirivieni nell’area di rigore e sui set pubblicitari.
Meraviglioso adone tutto muscoli, denti scintillanti, fidanzata simil divina e carrettata di figli al seguito.
Tu, uomo da 31 milioni di euro di stipendio, tu che se griffassi la lista della spesa in un discount riusciresti a rendere quest’ultimo un ipermercato gourmet… Tu, che…
Vabbè, basta!
Insomma CristianoRonà, noi miseri esseri umani – juventini e non – ci stiamo domandando in questi giorni così surreali vissuti tra paura, quarantena, mascherine, disinfettanti a base alcolica, guanti monouso, reclusione, scleri dai balconi e saccheggi di farine e lieviti per sfornare pizze e dolci e ammazzare così il tempo (se non ci ammazza prima il colesterolo)…
Tu… Dove sei finito?
O meglio, lo si sa a dire il vero, dove sei. Il problema è – vorrei sommessamente e rispettosamente farti notare – che tu sei un calciatore e giochi a calcio, che notoriamente è uno sport di squadra.
Ricordi i tuoi compagni di squadra? Gigi, Paulo, Juan… Ricordi il tuo allenatore (che poi è anche un mio ex grande e infelice amore)?
Ricordi che la tua squadra è italiana, più precisamente piemontese, più precisamente ancora torinese???
Bene, e allora perché tu sei in Portogallo quando la tua squadra è a Torino???
Beh, sì: sappiamo che mamma non è stata tanto bene e ci dispiace, ma tu sempre n’impiegato della JuventusFC sei, o no???
Ok, ok, mi sono lasciata un filin prendere dalla frenesia. Sai, pure io sono in reclusione forzata come mezza Europa, ma noi poracci abbiamo appartamenti di massimo 100 mq (e già lì siamo al livello pro della vita da proletario).
Però dico io: hai mobilitato l’intera isola di Madeira, sei in una specie di Alcatraz bordato in oro ma sempre in quarantena sei, giusto?
Abbiamo capito che non tornerai, diciamo, nell’immediato… Però l’Italia non ha la peste, sappilo. Siamo un popolo di discreti fessi quando capita, ma quando capita, lo siamo anche di notevoli rimboccatori di maniche dal passato glorioso.
Sai, i giornali ne scrivono di tante, fanno titoloni a caratteri cubitali: suppongo che nonostante il periodo di forte preoccupazione e assenza di partite, i tuoi tifosi non siano così gai nel leggere robe tipo “NON TORNO”.
Eh no, CristianoRonà, non li fare preoccupare, quelli sono delicati, e se fraintendono? Dopo la quarantena, oltre che dal nutrizionista li dobbiamo pure mandare dallo psicologo?
No no, dai!
Ah, ma poi cos’è sta storia della mega donazione da te fatta di cui si hanno vaghe notizie da qualche ora? E quella degli hotel in Portogallo che magicamente verranno trasformati in ospedali con tanto di medici e infermieri pagati di tasca tua?
Ah niente: sono solo fake news.
Però chissà, magari tra un falso qui e un falso là, qualcosa di vero salta fuori… Una parola, un gesto, un copioso bonifico…
Tanto la beneficenza si fa in privato e nel bel regno dorato che ti circonda a Madeira di tempo da ammazzare ce ne sarà sicuramente tanto.
Un pensiero per questa povera Italia, chiusa tra quattro mura – altro che la reggia che tu avrai a disposizione – lo metterai certamente in conto nella tua affollatissima agenda di impegni.
Resto fiduciosa della tua collaborazione.
Simona Cannaò