Letterina a Diego Costa (a molta, molta distanza)

Piccola comunicazione di servizio a chi va in giro a tossire "per sport"

0
672

Caro Diego da Silva Costa, giovanottone brasileiro impiegato nel mondo del pallone.

Tu, sconfinata cabina armadio di 186 cm per 85 kg di cui 50 solo di barba, attaccante indomito della (dicono) seconda squadra della capitale spagnola, cecchino coccodrialliaco dell’area di rigore.

Costa
Official Twitter Costa

Tu, che potresti fare concorrenza al Nettuno della fontana di Plaza de Cánovas del Castillo per possanza e maestosità, dimmi: o caro Dieguito, cosa non hai del Coronavirus ancora non capito???

Cosa mai è accaduto alle tue sinapsi, ai tuoi neuroni, alle terminazioni nervose dopo la soffertissima partita di ritorno degli ottavi di Champions League contro il Liverpool???

Mah, mistero misterioso.

Se vuoi ti aiuto, ma facciamo prima un passettino indietro?

Lo sai che il mondo intero da qualche tempo a questa parte se la sta letteralmente facendo nelle mutande per via del Coronavirus? Lo sai che gli esseri umani come me e te, sono I TRASMETTITORI del virus? Lo sai che costui si trasmette da persona a persona di solito dopo un contatto stretto con un soggetto già infetto, con la saliva, la tosse, lo starnuto, le mani (ste manacce che toccano bocca, naso e occhi)?

Lo sai tu questo, o vivi a Puffilandia e ti nutri di puffbacche???

Orbene, tu hai giocato una partita di quelle che non si dimenticano, nientepopodimeno che contro i detentori del titolo, nel LORO stadio, con quell’inno che cantano con la stessa enfasi dei francesi quando urlano LA MARSIGLIESE. Combatti per 120 minuti, rischi di perderla e invece poi la vinci, qualificandoti ai quarti di finale di Champions.

Bello il calcio, eh Diego?

Ti è parso bello pure Anfield: mille miliardi di tifosi letteralmente azzeccati l’uno all’altro.

Ah beh, tanto gli inglesi sono super partes, insieme alla Brexit hanno votato pure il Coronaexit, sennò non si spiega.

Ora dico io, my lord, cosa ti è passato per la testa quando hai fatto quei colpi di tosse dinanzi ai giornalisti al termine della partita?

Volevi essere dissacrante, esorcizzante, spiritoso o semplicemente scemo???

Dai su, rispondi caro. Il mondo se la sta vedendo nera, il virus ha stravolto le vite di un mare di gente, da noi si muore e pure tanto.

Noi viviamo come reclusi, non ci sfioriamo con i nostri cari manco col pensiero, abbiamo i bambini che non possono andare a scuola, gli ospedali stracolmi, i medici e gli infermieri che fanno i salti mortali che nemmeno i trapezisti del circo Togni e tu che fai? Il fenomeno davanti alle telecamere?

Giochi in Spagna ok, ma non è che la vergogna l’hai scordata in Brasile?

Cosa insegnerai ai tuoi figli? Magari anche a sputare in faccia “Addò coglio coglio”?

Noi lo sappiamo che non hai avuto una vita facile, lo hai raccontato nella tua biografia. Ok, ci sta, ma questo passato deve per forza di cose farti comportare in maniera così sconsiderata considerando poi la sconfinata figura barbina che hai fatto davanti a mezzo mondo?

Va beh, Diego, ormai hai fatto la frittata. Forse l’unico modo per non romperla oltre, sarebbe girarla perbene con una bella dose di scuse e mea culpa.

Se proprio non riesci, la prossima volta, invece di fare i colpi di tosse a caso, piazzati davanti allo specchio del bagno e aziona la sputacchiera contro te stesso medesimo.

Con le dovute distanze

Simona Cannaò