Ecco arrivare anche quest’anno la conclusione dei principali campionati europei, tra vittorie più che scontate e titoli più sudati del solito.
L’assetto dello scorso anno non è sembrato particolarmente sconvolto, soprattutto nella nostra Serie A dove l’epopea juventina pare non incontrare ostacoli.
Con l’acquisto di “quello sconosciuto” di Cristiano Ronaldo ci sono state ancora meno possibilità per le rivali, ancora troppo immature o organicamente svantaggiate.
Dunque sono 8 gli scudetti conquistati consecutivamente dalla Juventus, che ha festeggiato un po’ prima rispetto allo scorso anno ma sempre ai danni del Napoli.
I bianconeri però mancano ancora l’obiettivo Champions: l’era Allegri si conclude con un successo a metà.
C’è chi addirittura ha celebrato il proprio trionfo con anticipo ancora più ampio di quello juventino; si tratta infatti del Paris Saint-Germain, protagonista assoluta di un altro campionato.
La Ligue 1 continua a deludere le aspettative e a risultare tutt’altro che avvincente, considerando che il PSG si è laureato campione con 16 punti di differenza dal secondo opposto occupato dal Lille.
Sorprese ce ne sono state ma mai abbastanza eclatanti da portare a Parigi un po’ di vento a sfavore.
Anche qui la presenza di giocatori del peso di Neymar, Cavani, Di Maria e Thiago Silva – per citare un paio – ha ridotto la competizione ai minimi termini.
Se l’è giocata un po’ di più il Barcellona, che ha strappato il titolo dalle mani delle madrilene poco convinte.
Il Real Madrid irriconoscibile non ha fatto paura, l’Atletico ha finito secondo ma senza allarmare troppo il Barça, che ha dimostrato di avere qualcosa di più. Come per la Serie A anche qui le sorprese hanno interessato le posizioni più lontane dal podio.
Una grande soddisfazione per Ernesto Valverde che ha saputo lavorare bene con un team di campioni: per l’ennesima volta sono i grandi giocatori a fare la differenza.
Ha stretto i denti fino all’ultimo il Bayern Monaco, che ha potuto festeggiare soltanto una volta conclusa la Bundesliga.
Erano diversi anni che i bavaresi alzavano il piatto della Bundes con largo anticipo, è stata senza dubbio una novità anche per loro.
Complimenti comunque al Borussia Dortmund, che aveva guidato la classifica per una parte della stagione e ha sempre tenuto il fiato sul collo dei bavaresi.
L’esperienza dei rossi è stata sicuramente la chiave per il successo; sono 7 i campionati conquistati di fila dal Bayern, ora protagonista di un grande cambio generazionale.
Entrando nella sfera del calcio-spettacolo, come sempre c’è da citare la Premier League, teatro di miracoli calcistici e distributore di talenti.
Un campionato dove, più di ogni altro, è la squadra e non il singolo a fare la differenza.
All’inizio l’aspirazione di vittoria accomunava tantissimi dei team pluripremiati dell’Inghilterra ma poi è stato chiaro che il titolo sarebbe stato una questione privata tra Liverpool e Manchester City.
Un campionato conquistato all’ultima giornata dai Citizens con un solo, minuscolo punto di vantaggio sulla squadra di Klopp.
Tifosi con il fiato sospeso e finali al cardiopalma, niente di nuovo per l’uomo delle coppe Pep Guardiola, che conquista anche gli altri due titoli nazionali mancando però – con una buona dose di sfortuna – la Champions League per la quale era tra i favoriti.
Il Manchester City ritorna dunque sul tetto della Premier.
Emozionante, meritata e nel migliore dei modi è arrivata anche la vittoria finale dell’Ajax, che ha realizzato una stagione da sogno.
L’impresa Champions sfiorata con un dito e l’Eredivisie strappata al PSV per tre punti, emblema di carattere, personalità, gioco e talento.
Ecco le parole chiave che caratterizzano la giovanissima squadra di Amsterdam, che fatto sognare non solo i tifosi olandesi anche un po’ quelli di tutta Europa.
Federica Vitali