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Le lacrime di De Vrij interpretate da un laziale

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Lo abbiamo visto disperato e in lacrime dopo l’ultima partita di campionato, per quale motivo?

Lacrime di dispiacere, lacrime di sollievo o lacrime di gioia?

Lacrime di dispiacere per quel fallo in area di rigore su Icardi grazie al quale l’Inter ha pareggiato e che ha innescato una serie di episodi negativi dall’espulsione di Lulic al rocambolesco gol di Vecino che ha decretato l’esclusione della Lazio dalla Champions League.

Lacrime di sollievo per la fine di una situazione che i media hanno continuato ad alimentare per mesi con ipotesi e considerazioni infondate volte a destabilizzare l’ambiente unito della Lazio e soprattutto ad aumentare la tensione mediatica intorno al difensore olandese che è arrivato alla partita distratto e poco concentrato.

Lacrime di gioia perché la prossima stagione potrà giocare nella Champions League che è il sogno di ogni giocatore di calcio.

La parte calda della tifoseria non ha dubbi: «Mercante olandese, non crediamo alle sue lacrime».

La delusione per una mancata qualificazione, la rabbia dei tifosi che, dopo una stagione straordinaria, si sentono amareggiati e non accettano che proprio colui che piange, la Champions la disputerà (con un’altra maglia).

Le sue lacrime, a fine partita, che siano di rammarico, di sollievo o di gioia riassumono la delusione per come è finita la stagione ma anche per come è finito il suo rapporto con la Lazio. Dopo 4 anni Stefan De Vrij lascerà la Lazio e basta questo per giustificare le sue lacrime e voltare pagina.

Gisella Santoro

immagine di copertina: cittaceleste.it

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