Lazio: tornare a crederci

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I giocatori sono gli stessi, l’allenatore è lo stesso: perché la Lazio non vince più?

La sconfitta contro il Napoli era da mettere in preventivo, ma le ultime prestazioni della Lazio in campionato hanno fatto scattare l’allarme per questa squadra che ha ancora obiettivi ambiziosi per questa stagione.

Quello che manca alla Lazio è il carattere per crederci fino alla fine in ogni partita. Giocare al massimo per i primi 45 minuti non basta a portare a casa il risultato, bisogna impegnarsi fino al triplice fischio perché gli avversari possono approfittare del calo di tensione per ribaltare il risultato. Non accontentarsi di un gol di scarto o di un pareggio perché in questo caso il gol è dietro l’angolo.

Eppure, i giocatori della Lazio, presi singolarmente fanno delle buone prestazioni, ma quello che manca è la sintonia nelle azioni, il capirsi in campo, il prevedere la mossa del compagno di squadra prima che lui faccia un passaggio. E’ come se si conoscessero da poco tempo: invece la squadra è la stessa che a novembre è stata in testa alla classifica di serie A e che ha conquistato l’accesso ai sedicesimi di finale di Europa League con largo anticipo sugli avversari.

Simone Inzaghi, che nei primi mesi di campionato non ha sbagliato un colpo, adesso è in confusione: la gestione di Felipe Anderson, le discutibili sostituzioni a partita in corso, il modulo, le formazioni. Tocca a lui rialzare la squadra, dare ai giocatori la giusta carica emotiva che consenta alla Lazio di affrontare nel migliore dei modi i numerosi impegni del mese di febbraio.

Il campionato è ancora lungo, la Lazio adesso è quinta in classifica e sono ancora aperte le porte di Europa League e Coppa Italia. La Lazio deve crederci: solo così potrà andare avanti.

Gisella Santoro