In campionato scendono in campo per affrontarsi due volte ogni stagione, ma in città la rivalità sportiva tra i tifosi è viva per trecentosessantacinque giorni all’anno. Questo è il derby della Capitale, capace di dividere virtualmente Roma in due fazioni. L’antagonismo tra le tifoserie si manifesta nelle sue molteplici sfaccettature, dai post sui social, agli sfottò cantati allo stadio fino ad arrivare a quelli scritti sui muri nelle strade. Siamo entrati nella settimana precedente il 164° derby che si disputerà domenica e, anche se la cornice dell’Olimpico non sarà quella a cui questa occasione ha abituato (solo 8 mila biglietti venduti), il fascino di questa sfida già si respira per le vie della città. Non è infatti un caso se la CNN lo ha catalogato come la seconda stracittadina più accesa al mondo e questa rivalità è maturata ormai dai 87 anni.
Il primo incontro risale all’8 dicembre 1929, quando le due squadre si sono scontrate sotto gli occhi di 15.000 spettatori alla Rondinella, e ad aprire le marcature è stato l’attaccante romanista Volk, colorando così il primo derby di giallorosso. I biancocelesti hanno firmato il loro successo sui cugini il 26 giugno del 1932, durante la Coppa Fornari, anche se la prima vittoria ufficiale l’hanno ottenuta la stagione successiva, prevalendo per 2-1. Questo match dal sapore speciale, è stato negli anni ribattezzato con alcune terminologie, dal “derby senza i fotografi”, giocato nella stagione 1966-67, e così soprannominato per l’assenza di flash durante la gara, a quello “della luce” conosciuto con questo appellativo a causa di un’improvvisa interruzione dell’elettricità a pochi minuti dal termine della sfida.
Fino ad arrivare nel 1977 alla stracittadina definita “alla camomilla”, in seguito ai pareggi caratterizzanti entrambe le partite. Nel 1993, dopo una serie prolungata di incontri finiti in parità, la Lazio è tornata a vincere grazie al gol di Beppe Signori, ma per i romanisti quel giorno ha una rilevanza particolare, dovuta all’esordio nel derby del loro capitano Francesco Totti. Proprio lui ha firmato il quinto gol nella manita rifilata ai cugini dalla Roma guidata da Vincenzo Montella, il quale detiene ancora oggi il record della “quaterna” in un derby, ma i laziali si rifecero il 21 maggio 2013.
In quella data le due squadre si sono affrontate per la prima volta nella finale di una competizione ufficiale e, a conquistare la Coppa Italia proprio allo Stadio Olimpico, furono i biancocelesti. La scorsa stagione le due società hanno gareggiato fino alla penultima giornata per aggiudicarsi il secondo posto. Dopo un derby d’andata terminato 2-2, con le reti di Mauri e Felipe Anderson per la Lazio e la doppietta di Francesco Totti, festeggiata dal dieci giallorosso con un selfie sotto la Curva Sud, il 25 maggio si è giocato il cosiddetto “derby della Champions”, vinto dai romanisti che hanno così ottenuto la qualificazione diretta. Nonostante a oggi la situazione in classifica sia differente, il derby capitolino si sa, non mette sul tavolo solo tre punti, ma molto di più. Dunque domenica per 90 minuti la città si fermerà e solo dopo il triplice fischio, si saprà che colore avrà il lunedì mattina dei romani.
Chiara Vernini