Lazio-Roma, il derby che era e quello che sarà

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La 164° stracittadina capitolina ancora non si è giocata, eppure già da molti viene definita come “il derby del deserto“. Poco più di otto mila biglietti venduti preannunciano un Olimpico freddo anche se, in questa stagione, l’affluenza ridotta non è una novità. Le curve durante le partite casalinghe si sono presentate quasi sempre semi-vuote, mentre in trasferta il supporto dei sostenitori era vivo. Alla base di tutto questo vi sono alcune disposizioni non condivise da entrambe le tifoserie, ultima la divisione delle curve. Una rappresentanza dei sostenitori della Lazio, attraverso una lettera aperta al Corriere Dello Sport, ha voluto spiegare le cause alla base della scelta di non recarsi più allo stadio, sostenendo come la “questione barriere” sia solo “la goccia che ha fatto traboccare un vaso già ricolmo“.

Roma-Lazio 11 gennaio 2015 (17)

Dalla loro i supporter della Roma, hanno appeso diversi striscioni nel quartiere storico del tifo giallorosso, uno fra tutti recita: ” Nati contro il potere, per un amore che non conosce barriere“. Inoltre hanno invitato  i romanisti a disertare l’Olimpico, recandosi a Testaccio per assistere alla partita. Il derby è sempre stato accompagnato da messaggi ironici riservati agli avversari, dai cori che riempivano con il loro calore lo stadio intero, fino ai colori rappresentativi delle squadre, capaci di dipingere le gradinate di  due tonalità contrastanti.  Zeman un giorno ha detto: “La parte più bella del derby sarà lo spettacolo sugli spalti, dovrebbero essere i giocatori a pagare il biglietto“.

selfie totti

Il senso di appartenenza riportato nelle coreografie, sempre originali e in grado di raccontare l’amore per la propria squadra del cuore. Le immagini di quelle del derby dell’11 gennaio 2015 hanno fatto il giro del web. Da una parte la Curva Nord ha rappresentato Caronte, accompagnando all’immagine i versi di cui è protagonista, scritti da Dante nel canto III dell’Inferno della Divina Commedia: “Non isperate mai veder lo cielo: i’vegno per menarvi a l’altra riva, ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo”. Dalla loro, la curva Sud ha raffigurato i volti delle proprie leggende, con una frase a condire il tutto: “Figli di Roma,capitani e bandiere… questo è il mio vanto che non potrai mai avere“.

La Lazio supera la Roma ed aggancia il secondo postoQuesta è la peculiarità del derby, l’essere una partita giocata prima del campo sugli spalti e il sapore speciale della stracittadina, viene assaporato anche dai giocatori. Molti di loro hanno saputo contribuire con le loro esultanze a renderlo un incontro particolare perché, anche se i punti in palio sono gli stessi delle altre partite, quella contro i cugini ha un valore aggiunto. Un esempio è il dito indice puntato il 31 marzo 1974 da Giorgio Chinaglia contro la tifoseria romanista, dopo aver segnato, o la scritta “vi ho purgato ancora”, mostrata da Francesco Totti l’11 aprile 1999 per festeggiare il gol realizzato. Il derby è questo, una partita giocata insieme da tifosi e calciatori per amore di una maglia, la stessa che i sostenitori di entrambe le sponde del Tevere continuano a sostenere lontano dagli spalti. Tutti però si augurano di tornare a vedere lo stadio gremito, per rivivere l’atmosfera unica che solo questo match sa regalare.

Chiara Vernini