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Lazio: c’è ancora tanto da lavorare

Non basta il gol di Luis Alberto e la vittoria contro il Frosinone per cancellare un avvio di stagione non all'altezza delle aspettative: la Lazio ha ancora tanto da lavorare

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La sosta per gli impegni della Nazionale cade nel momento più opportuno per la Lazio che deve ritrovare l’equilibrio giusto tra forma fisica e forma mentale.

Contro il Frosinone era necessario vincere per scrollarsi di dosso il fondo della classifica ma i 3 punti conquistati sono oscurati da un’altra prestazione mediocre della squadra biancoceleste.

Simone Inzaghi ha tanto da lavorare: sulla squadra, sugli schemi di gioco, sull’assetto tecnico ma anche -soprattutto- sulla mentalità di un gruppo che sembra accontentarsi e avere difficoltà a reagire.

Nella partita contro il Frosinone è mancata la cattiveria e la lucidità sottoporta. Ciro Immobile e Milinkovic-Savic hanno fatto un’ottima partita mettendo più di una volta in difficoltà la difesa della squadra avversaria ma non sono riusciti a finalizzare.
Anche nelle prime due gare di campionato è accaduta la stessa cosa: tante azioni create e un solo gol in 180 minuti.

I giocatori della Lazio quando sono sotto pressione si innervosiscono e perdono quella calma necessaria per affrontare la partita. Per questo, il match contro il Frosinone, che sulla carta sembrava semplice, in realtà si è dimostrato difficile e faticoso.

Dopo il gol di Luis Alberto la Lazio ha giocato solo per contenere e conservare il risultato accontentandosi di una vittoria e di un solo gol.
Avrebbero potuto impegnarsi per chiudere la partita invece di soffrire fino al fischio finale.

Così, come nelle prime due uscite -contro Napoli e Juventus-, è mancata la forza di reazione e la convinzione di poter ribaltare il risultato.

La squadra c’è, i talenti non mancano, ci sono corsa e attaccamento ma manca la mentalità di una grande squadra in grado di concentrarsi sulle singole partite, di reagire alle sconfitte, di non accontentarsi e di ambire a risultati sempre più alti. In questo c’è ancora tanto da lavorare.

 

Gisella Santoro

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