La Lazio non va? La colpa è di Candreva. E’ questo il nuovo tormentone che sta prendendo piede nella Capitale, sponda biancoceleste: se la squadra di Pioli non ha gioco, non lotta, non ha ricambi validi, la colpa è del centrocampista, la scorsa stagione invece leader e artefice insieme a Felipe Andreson della cavalcata della Lazio verso la vetta della classifica.
A Roma, oggi, tutti danno addosso a Candreva e sembra che la società sia intenzionata a cederlo a gennaio. Al Barcellona, addirittura. Per 40 milioni di euro, anche. Cifra che, qualora dovesse essere spesa per davvero dai catalani, non verrà mai reinvestita per il mercato. Ormai la tifoseria laziale è abituata: nei dieci e passa anni della gestione Lotito i cosiddetti colpi sono stati pochi, anche se qualche giocatore alla fine si è rivelato un ottimo investimento. Ci si stupisce della crisi della Lazio in questa prima parte della stagione, ma chi vive questo ambiente sa che bisogna invece stupirsi del fatto che i biancocelesti spesso siano riusciti a combinare qualcosa di buono nonostante la gestione low cost del suo presidente.
Il problema della Lazio, però, per i quotidiani romani è Candreva. Che sicuramente questa estate non ha vissuto un momento facile a causa della questione fascia di capitano (prima assegnata a lui, poi a Biglia per convincerlo a rimanere). Che sicuramente non sta giocando al massimo delle sue possibilità e non sembra più quello della passata stagione. Ma vogliamo parlare di Marchetti e delle sue due ultime poco felici uscite?
Sembra, comunque, che il buon Antonio sia stato emarginato dal gruppo già dal ritiro di Auronzo di Cadore, che i compagni ora lo accusino di egoismo e che il rapporto soprattutto con Felipe Anderson non sia dei migliori. Ma da qui ad attribuire la colpa di una crisi che ha una origine decennale ce ne passa. Siamo sicuri che il buon Antonio riuscirà a mettere a tacere le malelingue e a riprendersi la Lazio a suon di ottime prestazioni, così come fece quando al suo arrivo nella Roma biancoceleste i tifosi gli fecero pagare a caro prezzo la sua presunta fede romanista.
Elisa Ferro Luzzi