Laura è abituata a essere la numero 1.
Laura è abituata a lottare e perseguire i propri obiettivi, nonostante gli ostacoli e le difficoltà.
Lo ha fatto sempre, sin da bambina, da quando l’istinto l’ha portata a inseguire il pallone.
«Il calcio era una passione che mi chiamava fin da bambina
e che quando è diventata più forte non ho potuto più ignorare.».
Lo ha fatto anche quando ha scelto di trasferirsi a Gutersloh, in Germania, a soli 19 anni e, non potendo vivere di solo calcio, per mantenersi ha fatto la panettiera, la barista e la cameriera.
«Quando ho deciso di andare a fare la panettiera era un momento di difficoltà e mi sono detta che era l’unico lavoro che potessi fare per potermi allenare di giorno.».
Tanti i sacrifici ma ha sempre potuto contare sul sostegno di chi l’amava.
Il suo primo tifoso è stato il nonno che non ha mai provato a dissuaderla dal suo sogno. Non è mai mancato nemmeno il sostegno dei genitori ma, un altro uomo fondamentale per Laura è stato ed è Cristian Cottarelli, il suo fidanzato.
Appoggiata dai suoi amori, Laura è diventata la numero 1 della Nazionale e della Juventus.
Un episodio emblematico è quando un giorno le suona il telefono ma Laura non riesce a rispondere, così il fidanzato Cristian richiama questo numero ed è Stefano Braghin, Head della Juventus Women.
Da quel giorno Laura è diventata uno dei migliori portieri italiani, ribattezzata con affetto “il muro italiano” ed è e uno dei volti del calcio femminile italiano.
Tenace, solare e amata, Laura ha trovato in Cristian una vera e propria spalla.
I due si sono conosciuti tramite un’amica comune e sono praticamente cresciuti insieme condividendo la medesima passione: anche lui, infatti, è un portiere.
Insieme, sempre!
Anche quando Laura ha scelto di iscriversi all’Università, anche nell’importante giorno della laurea.
Durante il lockdown, la portierona italiana, ha approfittato dello stop delle attività per studiare.
Iscritta al corso triennale in Scienze Motorie -curriculum Calcio– dell’Università San Raffaele, progetto nato da un’idea dell’Associazione Italiana Calciatori, costretta a posare i suoi amati guantoni, ha impiegato il tempo ad allenarsi a casa e a prepararsi per gli esami.
Laura ha stretto ancora una volta i denti, nella vita.
Ha trasformato la negatività del periodo in qualcosa di produttivo e, coniugando studio e attività sportiva, si è laureata con 110 su 110 discutendo una tesi in psicologia del calcio, dal titolo “Number one: giocare con la mente”.
Laura ha dimostrato ancora una volta di essere una numero 1.
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