L’abbraccio tra Sinisa e l’Olimpico, l’ultimo in questi tempi di quarantena

L'abbraccio dei biancocelesti a Sinisa Mihajlovic

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In una Italia avvolta da una aria irrespirabile dovuta dal virus che sta, a poco a poco, modificando le nostre abitudini quotidiane, vogliamo raccontarvi una bella immagine di calcio andata in scena sabato scorso nella partita Lazio – Bologna all’ Olimpico .

Lo facciamo, peraltro, ben consci che potrebbe non esserci più, per l’attuale stagione, una immagine che vede uno stadio con gli spettatori sugli spalti.

Premessa d’obbligo.

Torniamo indietro, è sabato 29 febbraio, anticipo alle 15 di campionato. All’Olimpico la Lazio incontra il Bologna.

Ma l’allenatore della squadra emiliana è un carissimo amico del popolo biancoceleste.

E’ Sinisa  Mihajilovic, il centrocampista che con la Lazio ha vinto tutto, compreso il secondo scudetto del maggio 2000.

Colui che ha gonfiato le reti a suon delle sue celebri punizioni e che, pertanto, ha meritato il celeberrimo coro:

“E se tira Sinisa e se tira Sinisa è gol”.

Grande tempra, grande giocatore!

E che, come noto, oggi sta affrontando la sua partita più difficile, quella contro la leucemia.

Il ritorno si Sinisa all’Olimpico è il ritorno di un amico, di vecchia data.

Soprattutto ora che,il serbo, necessita dell’affetto di tutti; soprattutto di chi non ha mai smesso di volergli bene.

Ed allora, prima della gara, viene accompagnato sotto la Curva Nord che l’accoglie col tutto il calore che è in grado di offrire; la Nord ma in realtà lo stadio tutto, in quel momento è solo per Sinisa.

Gli viene regalata una foto. Una immagine che incornicia tutto l’affetto che il popolo laziale nutre per l’uomo, per il gocatore.

E poi, uno striscione affisso che racchiude il senso del tutto:

Da sempre uomo coraggioso e spirito guerriero. Nella tua battaglia più importante, siamo al tuo fianco… Forza Sinisa.

 

Un momento raro su un campo di pallone, che annulla ogni rivalità.

Un momento che ci teniamo stretto, ora, in questa emergenza che fronteggiamo, che verosimilmente imporrà stadi vuoti e che già impone limiti ai contatti umani.

Ora, raccontare quel che c’è di bello è più importante che mai!

Annalisa Bernardini