Sarri e il Napoli, la storia infinita
Da quando ha lasciato Napoli ed il Napoli, la squadra per cui tifa sin da bambino, Maurizio Sarri non ha avuto occasione in un anno e mezzo, prima come allenatore del Chelsea e poi della Juve, di ritornare nella città dove era diventato l’allenator prodigo. I tifosi partenopei forse aspettavano questo momento da quando il Mister toscano ha detto sì alla rivale per eccellenza del Napoli: La Vecchia Signora.
La tifoseria sin da subito si è schierata: c’era (e c’è) chi lo giustificava e lo appoggiava nella sua scelta professionale ricordando ancora i tre anni indimenticabili in azzurro, chi quindi ancora lo idolatra; d’altra parte c’è chi ancora non lo ha perdonato perché “un tifoso napoletano non va ad allenare i rivali”. Segno di entrambi gli atteggiamenti di un amore viscerale nato in quei tre anni.
Ma quand’è che si può realmente attraversare quella sottile linea tra tifo e professionalità? Sarri ha sempre detto che è stata una scelta professionale da non confondere con altro, è che dunque andava rispettata. In parte ha ragione perché i giocatori e gli allenatori fanno il loro lavoro, possono prendere le decisioni che più fanno comodo e i tifosi devono fare i tifosi, sostenere la squadra a prescindere da chi sta in campo e in panchina. A volte invece sembra quasi che si pretenda il contrario.
Prima della partita Sarri ha detto che avrebbe accettato anche i fischi al San Paolo perché sarebbero stati un gesto d’affetto, tutti i torti non ha perché per mostrare rabbia per il tradimento subito ci sarebbe dovuta essere indifferenza, quella di che faceva male a Maurizio.
Poi ecco che fuori allo stadio appare uno striscione che non lascia spazio a fraintendimenti:
“Sulla Juve ne hai dette tante ma poi ti sei calato le mutande“.
Lui, come Higuain, ne hanno dette di cotte e di crude sulla Juventus, velatamente e non, volevano combattere il sistema ed arrivare al palazzo ed hanno preferito la strada più facile.
Durante la partita lo stadio non si è risparmiato, i tifosi sono stati impeccabili riuscendo a dare quella grinta agli azzurri per battere i primi in classifica e non solo: battere Cristiano Ronaldo, Higuain, e soprattutto Sarri. Il Napoli non vinceva in casa da quattro partite e ironia della sorte, come quando il tecnico toscano era sulla panchina azzurra, il Napoli è tornato a vincere proprio nella sera in cui Sarri ritorna al San Paolo (da avversario, ma questo è un dettaglio).
A fine partita l’ex Mister azzurro dice:
“Non mi dà fastidio aver perso a Napoli, però ci rosico. Sono contento per i ragazzi a cui sarò sempre affezionato. Napoli per me rappresenta sempre una tappa importante”.
Parole che vengono sovrastate dal canto di Un giorno all’improvviso dei 40 mila tifosi presenti al San Paolo, dalle bellissime immagini dei giocatori sotto la curva saltando e cantando a squarciagola con quei tifosi che li hanno accompagnati per 90’ a braccetto in campo. Ovviamente il web e la satira non si sono risparmiati soprattutto sull’ultimo traditore perché oramai Higuain è roba vecchia.
Valentina Vittoria