Federico Chiesa ha subito debuttato con la maglia bianconera.
Anche se la sua “prima volta” poteva andare molto, molto meglio.
Come Federico Bernardeschi e – ancora prima di lui – l’irraggiungibile Roberto Baggio, il figlio di Enrico è oramai ulteriore motivo di acredine tra la Viola e la Juventus.
Quando Roberto Baggio si trasferì alla Juve, molti anni orsono, nella città toscana scoppiò una vera e propria guerra civile.
Qualcuno di voi ricorderà i titoloni dei giornali, divisi tra le dichiarazioni dei Pontello e le parole, poche e sofferte, dello stesso Roberto.
Il finale di stagione, che anticipa la cessione del Divin Codino a Torino, è un susseguirsi di eventi drammatici: risse tra i tifosi sugli spalti, risse tra gli stessi giocatori viola negli spogliatoi, mentre la squadra di Firenze scivola pericolosamente in zona retrocessione.
Roberto Baggio in più di un’occasione ribadisce pubblicamente il suo attaccamento alla maglia viola e la sua avversione al trasferimento in bianconero.
È costretto suo malgrado a accettare mentre la guerriglia scoppia a Piazza Savonarola, una guerriglia che prosegue per circa due giorni ed è solo la punta dell’iceberg di quegli ultimi mesi.
Quando ripenso a Roberto Baggio, costretto a spostarsi nelle auto della Polizia nella stessa città che tanto amava e che avrebbe voluto che lo amasse ancora, mi prende una sorta di tristezza.
Penso a un ragazzo (Roberto aveva all’epoca la stessa età di Chiesa, pressappoco) sul quale si riversa l’odio non di una, ma di ben due tifoserie.
Penso alla fortuna che ha avuto oggi Federico: realizzare il sogno di andare alla Juve senza aver fatto nulla di eclatante nella sua vita di calciatore.
Ha l’appoggio di migliaia e migliaia di tifosi bianconeri che lo difendono e hanno fiducia in lui praticamente gratis. Anche dopo l’episodio dell’espulsione a Crotone.
Roberto Baggio ha vinto un Pallone d’Oro in maglia bianconera.
Ha trascinato la squadra verso una Coppa UEFA vinta praticamente in solitaria. Eppure di lui ricordiamo una sciarpa raccolta con timidezza, quasi con un senso di colpa.
Pochi i sostenitori della vecchia Signora che lo hanno compreso e difeso.
Il Divin Codino è un giocatore che, nella sua straordinaria grandezza, è comunque rimasto solo. La sua dolorosa battaglia non ha avuto alleati: né vecchi, né nuovi.
Federico Chiesa gode di un grande credito verso il popolo bianconero. Un popolo che sembra intenzionato a difenderlo, anche davanti a suoi grossolani errori.
Quasi come un bambino che a tutti i costi va difeso. O come un gioiello inestimabile da proteggere (ma non è esattamente il suo caso).
Destini incrociati o destini diversi?
Al momento possiamo dire soltanto che tra Federico Chiesa e Roberto Baggio c’ è un sottile filo rosso di separazione. Chissà se è destinato a sparire o a diventare un profondissimo solco.
Non c’è tifoso che sa essere più spietato di quello juventino.
Che Federico Chiesa si goda tutta questa affabilità il più possibile.
Daniela Russo