“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”: così una nota canzone di Venditti.
E così si conclude – al momento – l’avventura dolce amara di Gonzalo Higuain nel calcio italiano, col passaggio lampo al Chelsea, alla corte dell’allenatore che lo ha maggiormente compreso e valorizzato nella sua forza, prendendosi cura delle sue debolezze: Maurizio Sarri.
Il Milan, malgrado tutto, non ce l’ha fatta a trattenerlo. Gonzalo non ha mai nascosto, in verità, il poco entusiasmo nell’indossare la maglia rossonera.
Higuain aveva bisogno di un unguento potente per curare le ferite che la vecchia Signora gli aveva procurato questa estate. La stessa Signora che, nel caldo luglio del 2016, si è presentata negli uffici di Aurelio De Laurentiis con la copiosa somma di 90 milioni, pronta a pagare la clausola rescissoria per acquisire i diritti sportivi del calciatore argentino. Acclamato, acclamatissimo al punto da diventare uomo simbolo di un’ Europa a cui si anela disperatamente a Torino, preferito al più giovane connazionale Dybala come chiave per arrivare alla Champions e presentato come il clou di un mercato sontuoso.
Non a caso, forse, il numero 9 bianconero è stato il primo al quale Agnelli ha rivolto parole di consolazione, in quella maledetta sera del 3 giugno di Cardiff.
A casa della Dama più amata dagli italiani, Il Pipita ha imparato i silenzi, ha abbondato nei sorrisi, ha stretto i denti e dato tutto quando gli si chiedeva di difendere piuttosto che segnare. Come altri prima di lui, sedotto dal fascino della Vecchia, come altri incanalato in quel mondo dove nessuno è mai indispensabile e dove vincere – come un mantra – è l’unica cosa che conta. L’importante era essere, esserci, essere sotto i riflettori comunque.
Ma per chi conosce la Juventus sa come sappia essere rapida e cinica nelle sue decisioni. Lei, a sua volta sedotta dal Sovrano Europeo con le sue promesse di gloria, ha deciso che Gonzalo dovesse essere quello sacrificato per la causa di CR7: ‘abbandonando’ così Higuain e quel sogno che per un attimo avevano cullato insieme. Trovandosi con una spesa enorme da ammortizzare per far fronte a una ancora più enorme, ma con 5 palloni d’ Oro e altrettante Champions al seguito. Pipita, ahimé, era sconfitto in partenza.
Ha provato sin da subito a palesare il suo disappunto, ma a poco è servito ribellarsi, all’interno del meccanismo messosi in moto nello scorso mercato tra l’arrivo di Ronaldo e il ritorno di Bonucci. Pipa ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco tra una foto ufficiale e un selfie con i tifosi, ma quel Diavolo che tanto puntava su di lui non lo ha mai veramente convinto. La nostalgia per Sarri si faceva sempre più forte a ogni partita passata senza segnare; la sconfitta e l’espulsione contro la Juventus sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sua delusione e della sua rabbia, scatenando davanti a tutti quella debolezza emotiva che alla Juve si era sempre celata dietro alle vittorie.
Il buon Leonardo – scarso lettore dell’animo umano e dirigente ancora vistosamente in erba – con le sue belle parole di qualche settimana fa ha messo un bel carico da 100 sul morale del Pipita, che a quel punto ha puntato i piedi. Da lì il suo già esile legame con la società milanese è andato in frantumi. Alla Juventus – e allo stesso Milan – non è rimasta altra carta che accontentare le richieste già fatte a agosto da Gonzalo: raggiungere Maurizio Sarri a Londra, lui che, nel frattempo, non è riuscito a trovare la chiave d’accesso per il complicato Alvaro Morata.
Adesso tocca a lui, Maurizio. In nome di quel vecchio legame, in nome di quella chiave d’accesso al cuore e al talento dell’argentino che nessun altro mister ha saputo trovare, Sarri ha il compito – non facile – di risanare un giocatore che sa essere letale ma arriva con il morale ferito da tante delusioni. Un amore mai dimenticato e che oggi si rinnova affinché tutti possano ritrovare il loro posto.
Da questa storia, sia ben chiaro, escono tutti sconfitti: la Juventus senza dubbio – non che lei se ne curi, comunque. I bianconeri hanno fatto di peggio, leggi alla voce bandiere. Ne esce sconfitto il Milan e ne esce inevitabilmente sconfitto lo stesso Gonzalo, il cui nome è, nelle ultime ore, l’hashtag preferito di tanti che su Twitter hanno deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa:
Era il re di #Napoli ed è fuggito dalla finestra. Era uno dei tanti alla #Juve: se ne sono disfatti per fare spazio al principe di Madrid. Era il nuovo sovrano di una Milano: dopo sei mesi se ne sono liberati spedendolo a Londra dallo zio.
Delusioni annegate nei milioni. #Higuaìn pic.twitter.com/OOnPC63E3j— Ivan Zazzaroni (@zazzatweet) January 17, 2019
Sarri ha ancora qualche carta da giocare: speriamo che, alla fine, lui ce la faccia. Per il bene di tutti, visto che a Londra i tabloid non ci sono andati certo giù per il sottile:
Nessuno, non soltanto la Juventus, pare intenzionato a fare sconti.
Ma – si dice – il primo amore non si scorda. Mai.
Daniela Russo