La Serie A appena conclusa, vista con gli occhi di Gianni Bezzi

Sulla Serie A appena conclusasi abbiamo intervistato Gianni Bezzi, noto volto dello sport e del calcio in Rai

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Si è concluso da poco un campionato che ha lasciato sulle spine tutti gli appassionati di calcio, tifosi e professionisti del settore.


Gianni Bezzi, giornalista e telecronista di Rai Sport, ha raccontato a noi di Gol di Tacco a Spillo le sue sensazioni riguardanti questa accesissima stagione.

 

All’inizio di questo campionato aveva fatto pronostici su chi avrebbe potuto raggiungere l’obiettivo scudetto? Se sì, su quale squadra aveva puntato e perché?

Il Napoli, poteva essere infatti l’anno buono con Spalletti, allenatore bravo, esperto ma non ha ancora vinto lo scudetto. Infatti il Napoli è stato in corsa ma poi non ha puntato a prendere rinforzi nel mercato di gennaio. Ed è uscito dalla corsa scudetto. Persa una grande occasione.

Milan e Inter sono state le protagoniste, dopo che il Napoli di Spalletti è ufficialmente uscito dalla lotta per il primo posto in classifica. Secondo lei l’esito ha rispecchiato i meriti?

Quando si vince meriti ci sono sempre. Pioli è stato un ottimo gestore anche dei momenti meno facili. Inzaghi ha avuto un lungo periodo di appannamento a inizio anno e poi la fatal Bologna…

Nonostante la vittoria delle due Coppe (Supercoppa e Coppa Italia) l’Inter ha mancato per un pelo l’en plein. Sulla carta era la favorita, cosa è mancato secondo lei ai nerazzurri?

La continuità, per arrivare in fondo non si deve concedere terreno a chi insegue.

Per la prima volta dal 2012 la Juventus ha chiuso questa stagione senza titoli ed ha perso anche il suo “pupillo” Paulo Dybala. Da dove c’è bisogno di ripartire, secondo lei, per ritrovare la Vecchia Signora che abbiamo visto per dieci anni?

Da un progetto nuovo che richiederà tempo, per rivedere una difesa ermetica, un centrocampo di spessore, un attacco ai livelli di Cristiano Ronaldo. Decisivi i prossimi acquisti.

Sulle romane ci sarebbe molto da dire. Entrambe si sono garantite un posto in Europa ed hanno avuto un grande cambiamento in panchina.
I giallorossi hanno conquistato una Coppa Europea,ma in campionato seppur la presenza di Mourinho non hanno saputo alzare l’asticella. Quindi le chiedo, l’anno prossimo cosa può servire alla Roma per essere competitiva e per far sì che la vittoria della Conference League non sia soltanto un abbaglio?
Per quanto riguarda la Lazio, l’arrivo di Sarri è stato da molti elogiato e da altrettanti criticato, lei cosa ne pensa della sua gestione ora che si possono tirare le somme?

Le romane sono dietro le due milanesi, al Napoli e alla Juventus. Per competere dal quarto posto in su servono sforzi economici da compensare con qualche cessione di rilievo, tipo Zaniolo o Milinkovic Savic. Mourinho sa bene che adesso la Roma è attesa anche in campionato e cercherà di far arrivare giocatori che già conosce e possono garantire un certo rendimento. la Lazio ha un allenatore che ha bisogno di tempo per la sua idea di gioco, ma il problema è che la squadra di Sarri ha una media età molto alta, servirebbero almeno 6/7 giocatori, e un portiere, di prospettiva e di gamba. Lo farà la società?

Rimanendo in tema Europa, sarà la Fiorentina agiocarsi la Conference League il prossimo anno. Potrebbe essere questa la competizione giusta e all’altezza della Viola?
Sì, la Fiorentina può far bene.

L’opportunità di giocare in Europa è invece sfumata per l’Atalanta. L’anno scorso è stata tra lemigliori, piazzandosi terza in campionato, mentre quest’anno ha concluso la stagione all’ottavo posto, sotto la Fiorentina. Da cosa può esser dipeso, secondo lei, questo calo della squadra di Gasperini?

Hanno pesato varie cause, soprattutto sono mancati a lungo giocatori determinati come Iliicic, Zapata. Gasperini è un allenatore che ti spreme, alla lunga può pesare nelle gambe e nella testa dei giocatori.

Anche in zona salvezza il confronto tra le squadre in lotta è stato molto acceso. A retrocedere sono state Venezia, Genoa e Cagliari mentre la Salernitana è riuscita per un pelo ad evitare la B. C’è una squadra in particolare tra le tre per la quale lei non si sarebbe aspettato questo destino?

Il Cagliari, e ancora mi chiedo come sia possibile non essere riusciti a salvarsi l’ultima giornata con la Salernitana sotto di quattro reti, ma complimenti a Davide Nicola, meritava questa gioia.

 Spostandoci invece in veste Azzurra. Anche le qualificazioni per i Mondiali sono state dense di emozioni, peccato però l’esito davvero deludente. Quali sono stati i suoi pensieri il giorno in cui la Macedonia ha messo fine al sogno di noi italiani?

Che i mondiali hanno da sempre segnato gli anni della nostra vita, mentre adesso c’è una generazione di bambini che ancora non ha visto la Nazionale giocare un trofeo iridato. Poi ho pensato che il fallimento non è mai casuale ma dipende da una gestione calcio che ha commesso troppi errori in vari settori.

Parlando di lei, proprio alla fine di questo campionato ha dato l’addio a Rai Sport dopo una lunga carriera. Cosa consiglierebbe ai giovani che invece stanno iniziando ora ad intraprendere la strada nel giornalismo sportivo?

Questa professione va amata, ti deve entrare dentro, chi la intraprende deve essere pronta a fare molte rinunce alla pari delle enormi soddisfazioni.

Romina Sorbelli