La Roma comincia a trovarsi: la sosta arriva in un momento chiave per i giallorossi

Una sosta Nazionale che arriva in un momento topico per la Roma, che acquista sempre più la connotazione che le si appropria

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Vi siete mai chiesti cosa fa innamorare le persone del calcio?
Alla fine se ci pensate bene vediamo 22 uomini correre dietro un pallone, litigarselo per poi buttarlo dentro una rete…
Follia, pensano tutti quelli che vedono solo questo, in realtà c’è molto di più, adrenalina, ansia, emozione, colori, cori, attesa e, l’imprevedibilità: una variabile che scombina in modo inaspettato qualsiasi aspettativa e previsione.

L’Inter perde a Bergamo, il Napoli vince con una rimonta rocambolesca su un campo difficile a Genova, la Roma doveva portare a casa i tre punti, ma visto il trend delle ultime giornate di campionato, sembrava più una speranza che una certezza.
Due logiche a confronto, tanti ex a dover dimostrare il loro valore e due panchine caldissime: Di Francesco, forte della vittoria in Champions ma non ancora lontano dai venti di burrasca e Giampaolo che cerca all’Olimpico il riscatto dopo le ultime due sconfitte.
La Roma rilancia Schick titolare, non solo per concedere respiro al bosniaco, ma anche per smorzare le polemiche che da troppo tempo perseguitano la figura dell’attaccante, arrivato a Roma proprio dalla Sampdoria per una cifra considerata eccessiva in virtù dei risultati che ancora, a distanza di tempo, stentano ad arrivare. Anche Giampaolo punta sulla voglia di rivalsa di due ex (uno in realtà solo in prestito), facendoli partire titolari in attacco : Caprari e Defrel, una mossa che privilegia la velocità delle due giovani leve che, con il 4-3-1-2, riescono a muoversi in modo più snello tra le maglie del gioco romanista.

Di Francesco gioca ancora con il modulo, ma è chiaro ormai che per lui l’unica punta pura ha più possibilità di colpire l’avversario con manovre avvolgenti supportate da trequartisti precisi e capaci di infondere sicurezza: fuori Under e dentro l’imprescindibile Lorenzo Pellegrini divenuto ormai una certezza ed un punto di riferimento per la squadra. Cresce partita dopo partita regalando giocate e come sempre dettando i tempi, dentro anche Kluivert ed El Shaarawy; l’olandese resta comunque un sorvegliato speciale benchè oggi si possano confermare la grande classe e la padronanza di gioco che lo contraddistinguono: manca solo di costanza nel rendimento in partita, pecca di ingenuità, ma con più minuti nelle gambe può davvero puntare in alto.
Discorso conforme per Cristante: non fosse intervenuto “egoisticamente” Juan Jesus, il gol del vantaggio sarebbe stato tutto suo, comincia a concentrarsi e ad adeguarsi al gioco di Di Francesco ed oggi come vice De Rossi ha svolto un lavoro importante, se non altro anche grazie all’aiuto di Nzonzi, un pilasto a centrocampo, un’ombra pericolosa che ti accorgi che esiste nel momento in cui non trovi più la palla in mezzo ai piedi.

La riflessione è d’obbligo, è ancora prematuro parlare di rinascita della Roma una singola prestazione non cambia né la classifica né le dinamiche tattiche che faticano ad essere apprese, però in questa partita sono emersi segnali di ripresa.

La squadra di Di Francesco mancava di alcuni capisaldi inamovibili, alcune personalità ibride avrebbero potuto far collassare il match senza possibilità di replica ed il dato effettivo che può essere letto è racchiuso nell’assoluta fiducia del Mister nelle capacità dei suoi ragazzi e nel loro senso di appartenenza.

Il test di oggi ha permesso di avere una panoramica molto più completa sulle prospettive della squadra, il Mister chiedeva tempo, con molta cautela sembra che il tempo gli stia dando ragione e ad un occhio attento, con qualche difficoltà ovviamente, il gruppo sta prendendo forma e consapevolezza, la sosta di campionato arriva in un momento delicato. Forse l’entusiasmo per questa vittoria sarebbe dovuto convogliare in energia positiva per la squadra, ora si corre il rischio di disperderlo.

Le squadre partono entrambe alte, si fronteggiano con circospezione e per i primi minuti il match appare pesante e noioso, entrambe sentono la pressione e stentano a sfondare, poi al 20′ la Roma apre le danze, a fine match Giampaolo in conferenza stampa parlerà della vittoria della Roma in termini di “episodi”, ma a fare la differenza sono i giocatori molto più concentrati e diretti verso l’obbiettivo.
L’angolo di Pellegrini viene intercettato da Cristante che gira di testa sul secondo palo, subentra Jesus sulla linea di porta facendo suo l’1-0.
Un gol liberatorio davanti al pubblico giallorosso, in un’ora inconsueta per gli uomini di Di Francesco, che cominciano ad avere più slancio nell’avviare le azioni.
La replica dei blucerchiati arriva al 33′ quando ad una punizione di Ramirez risponde Olsen in modo scomposto e Kolarov nel tentativo di deviare colpisce il proprio palo aggiungendo brividi al match.

Tra le righe di una partita che prende piano piano forma nel suo svolgimento, l’insistenza di Kluivert ed El Shaarawy nel cercare di far involare in porta il compagno ceco, la crisi di gol rischia di diventare un tabù serio, e nella ripresa sono diversi i tentativi mossi dai due come l’assist di El Shaarawy che l’attaccante si fa smorzare dal salvataggio di Colley.
Al 54′ ancora protagonista il VAR, Irrati concede un calcio di rigore per un contatto tra Ramirez e Manolas ma l’assistente lo convince a rivedere l’azione e l’arbitro annulla la decisione, poi un numero di El Shaarawy, sovrapposizione sulla sinistra di Kolarov, cross a tagliare e Schick davanti alla porta la insacca: 2-0 finalmente il gol che fa morale e che rincuora un giovane ragazzo fino ad ora anche troppo bistrattato, finalmente un sospiro di sollievo…
Salvo poi dover uscire un minuto dopo, per un fastidio al flessore della coscia destra…MAINAGIOIA…

Il sole delle 15 sembra ricaricare il Faraone che oggi disputa la partita perfetta, assist, inserimenti e gol, ben due di cui uno da ricordare negli almanacchi Panini, un gol che – come dice un caro amico – se fosse stato realizzato da Ronaldo, stampa e tifosi ne avrebbero parlato per una settimana. Un giocatore ad intermittenza -degno specchio di una squadra che fino ad ora non ha ancora deciso se far parte dell’elite dell’alta classifica o crogiolarsi nelle parti più basse – ma che quando decide di dare spettacolo non ce ne è per nessuno.

A Mancini però non sembrano arrivare questi segnali ed oltre all’ex Milan, sembrano tanti i giocatori di cui potrebbe avvalersi il nuovo CT della Nazionale, quei famosi giovani, quelle nuove leve che alla Roma stanno facendo tanto bene.

Mentre la partita si conclude con 4 reti ad 1 per i padroni di casa, che regalano il gusto del gol al caro vecchio Defrel, Olsen si distingue per un’ulteriore uscita che vale come una rete.
Il vero fenomeno la Roma ce l’ha a Trigoria e si chiama Savorani, ma che non si sparga troppo la voce.

Laura Tarani

(immagini corriere dello sport e gazzetta)