“Sono nato a Scampia, il quartiere delle Vele. Mio padre è morto a 29 anni. In due mesi se l’è portato via la leucemia.”
La vita di Armando Izzo non è stata facile.
Molto presto ha iniziare a lavorare per aiutare la famiglia e di conseguenza abbandonare ha dovuto lasciare il pallone, i campi di calcio che gli regalavano gioia mentre il destino si mostrava befferdo.
Ma la vita non può essere solo atroce e così, nella sua strada Armando trova persone che lo hanno aiutato a non mettere da parte l’ambizione, che lo hanno spinto a non mollare e che gli hanno dato i mezzi per coltivare il suo sogno.
Giocava nella Scuola Calcio di Scampia ma alla morte del padre la famiglia non poteva permettersi di pagare la retta mensile.
Il presidente Antonino Piccolo non gli volta le spalle e lo invitò a continuare a frequentare la scuola gratuitamente.
A 12 anni Armando viene notato dall’allora responsabile del settore giovanile del Napoli, Giuseppe Santoro. Per Armando è una grande soddisfazione approdare nel club azzurro ma ben presto dovrà fare nuovamente i conti con la realtà: nessuno poteva accompagnarlo agli allenamenti, non percepiva stipendio e doveva lavorare per mantenere la famiglia.
“Avevo deciso di lasciare il calcio per aiutare mia madre, nessuno ci aiutava e sono andato a lavorare, portavo l’acqua per le case di Scampia.”
Costretto a lasciare, ancora una volta ha trovato chi è stato dalla sua parte. Lo stesso Santoro gli procura un rimborso spese e lo faceva accompagnare al campo dai suoi collaboratori.
Izzo così riesce a essere un Primavera azzurro e nel 2010 conoscerà un altra figura importante, Mazzarri.
L’incontro mise Armando e l’allenatore di fronte dal punto di vista umano e da lì, Walter che, come dice lo stesso Izzo, “è uno che per i suoi giocatori è disposto a morire“, non ha più abbandonato quell’umile ragazzo che meritava un po’ di riconoscenza dalla vita.
«Un giorno mi chiama e dice:
“Il preparatore mi ha detto che non hai corso insieme agli altri. Perché?”.
“Non ho le scarpe da ginnastica”.
Lui apre il portafogli e dice a uno dello staff:
“Vagliele a comprare. Le scarpe gliele pago io, così può allenarsi.”»
Proprio Mazzarri lo ha voluto al Toro: «Quando ho saputo che anche il mister mi voleva in granata, non ho avuto dubbi.».
Izzo sta contraccambiando l’affetto prima che la stima diventando un vero leader granata.
Ma prima di ritrovarsi, Armando è stato protagonista di uno scandalo legato al calcioscommesse dal quale poi è uscito pulito ma che comunque lo ha segnato.
Tre gol nelle ultime quattro uscite granata (niente male per uno che di ruolo fa il difensore), ultimo dei quali decisivo per la conquista dei 3 punti contro l’Atalanta.
Con le sue prestazioni, i gol e la tenacia, Armando oggi, però, si sta prendendo la sua rivincita. E il ritorno in Nazionale con Mancini.
“Nella mia vita sono sempre cresciuto da solo.
Ringraziando Dio mi sono creato una famiglia e mi sto togliendo tante soddisfazioni. Sono molto orgoglioso di questo“.