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La rinascita del Napoli: un cammino lungo tra speranze, cadute e sogni ancora vivi

Napoli, una vittoria che apre alla rinascita?

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Dopo il passaggio del turno in Coppa Italia, il Napoli  si accinge ad iniziare il girone di ritorno, con il non facile compito di una risalita in classifica necessaria per il suo futuro da grande club.

 

Il 2020 del Napoli non si è aperto nel migliore dei modi, diciamolo pure senza troppi giri di parole. I due incontri di campionato contro Inter e Lazio, al netto della stagione finora brillante degli avversari, sono stati risolti da errori rasenti l’assurdo da parte degli azzurri.

Dal gol in contropiede di Lukaku a quello di Immobile su erroraccio incredibile e surreale di Ospina, gli azzurri si sono autoinflitti due sconfitte pesantissime per la classifica e l’umore della squadra e della piazza, già duramente segnata dagli episodi verificatisi negli ultimi mesi.

Il passaggio ai quarti di finale di Coppa Italia contro il Perugia, è stata senza dubbio un’iniezione di fiducia in tutta la squadra, sebbene la prestazione non sia stata entusiasmante e comunque contornata ancora da qualche errore di troppo. In ogni caso un buon risultato da cui poter ripartire.

Da questo fine settimana inizierà il girone di ritorno del campionato e tra un mese ripartirà la Champions: c’è da fare, c’è molto da fare!!!

Una società, la SSC Napoli, ancora solida che però necessita degli introiti derivati dalle competizioni europee per restare nell’Olimpo delle grandi squadre. Una tifoseria che non sostiene più la squadra e che si è trincerata in uno sciopero del tifo adducendo come motivazione che nel nuovo stadio San Paolo non è possibile tifare per via delle restrizioni e delle sanzioni in cui incapperebbero i trasgressori del nuovo regolamento. A ciò si aggiungono naturalmente i negativi risultati in Campionato soprattutto, prima con la gestione di Ancelotti e poi con il subentrato Gattuso.

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Nonostante gli errori e le incertezze lasciate dall’esonerato Ancelotti, è da evidenziare un miglioramento dello stato umorale dei calciatori. “Ringhio” Gattuso, da mitico gladiatore del campo, ha subito infuso negli stanchi giovanotti azzurri una grinta e un carattere che non sono ancora esplosi del tutto in campo ma che non tarderanno a manifestarsi. I punti, pochissimi, racimolati all’inizio della gestione del tecnico calabrese non sono certo incoraggianti vista la situazione preoccupante che ha posto il Napoli nella seconda metà della classifica.

Anche la situazione rinnovi non pone certo la società nel più tranquillo sonno notturno. Callejon e Mertens su tutti, in scadenza di contratto, rappresentano il nodo più ingarbugliato della questione. Non sono stati dimenticati gli echi delle “marchette in Cina” e lo strascico di polemiche seguite alle dichiarazioni del presidente De Laurentiis contro due autentiche colonne di quello che fu il vincente Napoli di Benitez e quello entusiasmante di Sarri.

Ad oggi ritroviamo un Callejon spento e non più insostituibile come un tempo, un Mertens che sembra aver perso il suo estro realizzativo e il suo entusiasmo contagioso da scugnizzo napoletano.

Non sono soltanto i due sopracitati il problema della squadra. Infortuni e prestazioni troppo poco convincenti sembra siano il mood attuale di una squadra che nemmeno fino a meno di due anni fa incantava l’Europa e spaventava gli avversari di turno.

Gli arrivi di Diego Demme e di Stanislav Lobotka sembrano funzionali al gioco immaginato da mister Gattuso.

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Per le cessioni invece, il panorama calcistico, quello giornalistico e la tifoseria stanno a guardare e ad attendere notizie.

Insomma, il Napoli tutto sembra seduto sulle sabbie mobili e dovrà faticare non poco per uscirne senza ulteriori scossoni. Se è nelle difficoltà che si vede il vero valore dell’uomo, allora ci si aspetta che il vero valore di tutti esploda prepotentemente per riportare la squadra e òa sua appassionata tifoseria, dove meritano di stare.

Simona Cannaò

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