L’affascinante racconto di Marcello Lippi al Festival dello Sport, nel segno del quarto titolo mondiale di calcio, quello del 2006.
La quarta stella gialla cucita sulla maglia azzurra è un orgoglio che la Nazionale Italiana sfoggia da quel 9 luglio 2006.
A guidare la selezione vincente nel 2006 è stato Marcello Lippi che, ospite il 12 ottobre scorso alla festa dello sport a Trento, ripercorre la sua esperienza al Mondiale.
Descrive con precisione i momenti che hanno preceduto la partenza per la Germania, l’accuratezza con cui ha costruito il gruppo di ragazzi, la voglia dei giocatori di aiutarsi e spronarsi a vicenda.
Giocatori forti, in forma splendida, che in quel momento erano all’apice.
Lippi già aveva capito che era una Nazionale con individui forti: non a caso aveva scelto amichevoli pre Mondiale di difficoltà elevata contro Olanda e Germania, proprio per fare vedere ai ragazzi che si potevano levare molte soddisfazioni.
Ed infatti vinte le amichevoli, l’autostima del gruppo si intensificò sempre di più.
Lippi si sofferma a raccontare come, in un momento difficile per il calcio italiano per via di Calciopoli, il gruppo sia riuscito a fortificarsi e a trasformare invece in positivo le notizie che arrivavano dall’Italia.
Durante l’intervista intervengono:
– Cannavaro, ricordato da Lippi come il difensore più forte ed insuperabile che quell’anno oltre al Pallone D’oro vinse il Fifa World Player. La sua forza fu di mantenere concentrazione e diffondere serenità nel gruppo.
– Gattuso, nel quale vede un modo di allenare molto simile al suo. Lo definisce un ragazzo molto sensibile e di cuore, sfatando il mito del Gattuso conosciuto solo per la grinta e la tenacia. Un ragazzo di poche parole e di molti fatti che durante il Mondiale trasmise al reparto la forza di giocare fino all’ultima partita concentrati e grintosi.
– Pirlo, giocatore che fa reparto da solo. Nella semifinale contro la Germania, davanti alla difesa c’era Pirlo e Lippi dichiara che per i giocatori tedeschi non è stato affatto facile superarlo, anzi. Si sofferma sul nuovo ruolo di Pirlo come allenatore della Juventus e dice che secondo lui farà bene perché ha idee nuove che porteranno solo benessere ai Bianconeri.
– Gilardino, che saluta Lippi dalla sua nuova veste di allenatore. Lippi lo ricorda come un ragazzo sempre a disposizione della squadra.
– Zambrotta, che ringrazia Lippi per aver avuto l’intuizione del cambio di ruolo diventando così l’esterno più forte del momento. In Nazionale nel 2006 segna pure un gran gol contro l’Ucraina: probabilmente, se l’avesse segnato Ronaldo o Messi sarebbe stato nella gallery dei best goal ever.
– Buffon, che Lippi definisce il miglior portiere che avrebbe dovuto vincere il Pallone D’oro. Nel 2006 gli Azzurri subiscono solo 2 gol, questo merito del N. 1 Gigi Buffon.
– Grosso, gol al cardiopalma contro la Germania. Determinato e pronto nel momento in cui Lippi lo inserisce nel match.
– Toni, Totti e Perrotta, 3 giocatori fondamentali per il 4321 ed il gioco a centrocampo.
Toni e Totti si alternavano al bisogno. Vedasi le gare contro l’ Ucraina nella quale Toni fa doppietta e contro l’Australia nella quale Totti, che fu voluto a tutti i costi da Lippi nonostante il brutto infortunio di pochi mesi prima, segna al 95 esimo e ci porta ai quarti di finale.
Perrotta ha avuto un ruolo fondamentale in quanto dietro le punte faceva movimento senza palla andando sempre verso la porta. Nel mondiale gli è mancato solo il gol.
In conclusione Lippi dichiara che la forza del gruppo, la coesione, la professionalità, il lavoro e la tattica studiate insieme sono stati gli ingredienti della vittoria.
Il Capitano che filtrava le notizie dall’Italia e le riportava al gruppo in maniera positiva, la serenità e la consapevolezza di dover raggiungere un unico obiettivo, ovvero raggiungere e vincere la finale, hanno fatto sì di concretizzare il sogno del successo più quella della Coppa del Mondo.
Ilaria Iannì