Emiliano Rigoni.
Ha un nome e un cognome il segno della Provvidenza della Dea che per quasi tutta la partita ha San Siro è stata perseguitata dallo spauracchio della terza sconfitta consecutiva. Contro un Milan che – non ce n’è – non riesce a reggere per un’ intera partita, l’ Atalanta ritrova il suo carattere da indomita e ci prova con nerbo, fino alla fine, fino a quando l’esterno italo argentino si trova come un rapace davanti a Donnarumma e al 91′ riacciuffa il pari.
Il match si era messo veramente male per gli uomini di Gasperini: nel corso del primo tempo un Milan decisamente sprecone avrebbe potuto tranquillamente chiudere con un vantaggio rotondo e nessuno avrebbe potuto recriminare. Ma Gattuso lo aveva detto, mai fidarsi del Gasp: è così è stato. Il tecnico nerazzurro nella ripresa si gioca subito la doppia carta Zapata-Rigoni ed è evidente dalle prime battute che la Dea cambierà marcia. Entrambi accompagnano l’azione con la quale Papu firma la rete dell’ 1-1, anche se soltanto per una manciata di minuti. L’ Atalanta però, nonostante il nuovo svantaggio, non molla, non ci sta: lo sente che può riagguantare.
Gli ultimi minuti sono cruciali, il Milan ha perso il controllo, Gasperini dall’alto della tribuna lo vede prima e meglio degli altri e quella mischia in area in pieno recupero, con la respinta provvidenziale a metà di Gigio e il tap in dell’ex Zenit, se la gode per bene: la Dea c’è, questo pareggio all’ultimo respiro è una grande prova di carattere e mentre il VAR convalida la rete dell’ argentino in molti ci ritoviamo a pensare che, tempo di abituarsi, Emiliano Rigoni sarà molto di più che un intervento provvidenziale per la Dea.
E’ tempo di tornare per l’ Atalanta: due gare senza la sua bellezza ci sono sembrate già troppe.
Daniela Russo
(immagine copertina ecodibergamo)