La Lazio festeggia nel migliore dei modi il suo compleanno numero 116 battendo la Fiorentina al Franchi e conquistando tre punti importanti per rilanciarsi verso i posti che valgono le coppe europee. I ragazzi di Pioli, che prima della sosta natalizia avevano fermato l’Inter a San Siro, si confermano ”ammazzagrandi” e – battendola 3-1 in casa sua – impediscono alla Viola di diventare campione d’inverno.
LA PARTITA – Sousa sceglie Mati Fernandez al fianco di Borja Valero con Kalinic unica punta. C’è Blaszczykowski al posto dello squalificato Bernardeschi. Pioli risponde con un 4-1-4-1: Biglia torna in regia, Candreva, Milinkovic-Savic, Parolo e Keita a centrocampo con Djordjevic punta. Gioca bene la Fiorentina durante il primo tempo, ma commette tanti errori soprattutto in fase difensiva. La Lazio, allora, prende coraggio e al 45′ sblocca la partita: ennesimo errore di Roncaglia, ne approfitta Keita che con un tiro preciso porta i biancocelesti in vantaggio.
Nella ripresa, i biancocelesti hanno parecchie difficoltà a chiudere la gara ma la Fiorentina non ne approfitta. A questo punto Sousa inserisce Pepito Rossi nella speranza di dare uno scossone ai suoi. E infatti l’attaccante impensierisce due volte Berisha senza però trovare la rete del pareggio. L’arbitro Rizzoli assegna ben sei minuti di recupero e da qui in poi succede di tutto: slalom di Milinkovic-Savic tra i difensori viola, tiro e gol (il primo in campionato) del raddoppio che sembra chiudere la gara. Ma non è finita qui: Roncaglia si fa perdonare i diversi errori commessi stasera e tenta il tiro da 30 metri, super papera di Berisha e i viola riaprono inaspettatamente la gara. Tutti avanti, ma ad approfittarne sono gli ospiti: contropiede micidiale, il pallone arriva a Felipe Anderson che sigla il 3-1 che chiude il match e per il momento mette a tacere le critiche. La Lazio sbanca Firenze per la quinta volta nelle ultime sei stagioni e festeggia al meglio il suo 116esimo compleanno, la Fiorentina invece vedrà altri festeggiare il titolo di campione d’inverno.
Elisa Ferro Luzzi