Andrea Agnelli, presidente della Juventus, è molto abile a blandire i suoi tifosi.
Lo ha fatto splendidamente nel 2018 avallando l’ acquisto di Cristiano Ronaldo, facendo dimenticare così in un lampo il rincaro abbonamenti.
Lo ha fatto allo stesso modo a agosto, esonerando il mal sopportato Sarri (che lui non avrebbe mai voluto alla Juve) con un ex fuoriclasse dal grande fascino ma senza alcuna competenza in materia di panchina: Pirlo.
Ma si sa, la suggestione della juventinità…
Chi non si è fatto prendere dalla nostalgia per la Juventus del primo scudetto di Conte, chi non ha sperato di trovare in Pirlo un nuovo Conte dopo l’anno complicato con Maurizio Sarri?
Tutto molto bello, peccato che sulla carta le cose sono sempre facili. In campo è tutto molto diverso.
Andrea Pirlo è stato un giocatore eccezionale. Questo non fa di lui un allenatore eccezionale. Anzi, non fa proprio di lui un allenatore, visto che ha 0 esperienza in tutte le categorie.
Per diventare un allenatore occorre cimentarsi con sconfitte, con difficoltà, bisogna imparare a essere duttili, elastici e anche un po’ psicologi per trovare la chiave di ogni singolo giocatore in squadra.
Pirlo non ha mai avuto tempo per fare tutto ciò: in più – come tutti grandi calciatori – ha in testa un’idea di calcio molto ambiziosa, che tradotto in pillole vuol dire un pizzico presuntuosa.
E sicuramente trovarsi alla guida della Juventus è per lui motivo di grande lusinga ma – purtroppo – l’euforia porta con sé insidie pericolosissime.
In più, come se non bastasse, si trova tra le mani problemi che si trascinano in casa bianconera da più di tre anni: problemi di cui la responsabilità principale non è sua, certamente.
La responsabilità invece, pensate, è di quello stesso Agnelli che ce lo ha presentato con tanto entusiasmo stile salvatore della patria.
Lo stesso che ha silurato Sarri ma ha tenuto Paratici, lo stesso che come tutti i bravi venditori di fumo ci fa credere che la la juventinità di Pirlo salverà questa squadra.
E invece no, perché la Juventus è una squadra confusa, mal assortita, stanca e oggi anche sfiduciata. E Pirlo non ha – per forza di cose – un bagaglio di competenze tale da ovviare a tutto queste problematiche.
Il tecnico bianconero si ritrova tra le mani una matassa intricata e difficilissima da sbrogliare: il tutto senza un minimo di certezze concrete, costruite sulla propria pelle.
La sua confusione, per quanto si sforzi, è palese.
Il buon Maurizio Sarri lo aveva detto (“Questa squadra non è allenabile”) e, osservando i problemi che ciclicamente si ripetono, alla fine bisogna dargli ragione.
Purtroppo il tifoso talvolta è così boccalone che prende per oro colato i discorsi del Presidente.
Alla Juventus si prospettano – per un bel pezzo – tempi duri.
Daniela Russo