Si schianta contro il muro della Spal la Juventus, tutt’altro che velleitaria e combattiva. Urge trovare la perfezione fisica e mentale per i quarti di Champions e non solo
E’ stata la settimana dei sorteggi Champions. La Juventus pesca dall’urna di Nyon il Real Madrid e ci catapultiamo tutti a aprile, in uno splendido sogno a occhi aperti in cui i Blancos soccombono sotto i colpi efferati dei vendicatori di Cardiff.
Ci pensa la Spal, squadra di bassa classifica a circa 50 punti di distanza dalla capolista, a riportare tutti bruscamente con i piedi per terra. In quel di Ferrara gli spallini organizzano la partita perfetta e la Signora sbatte il muso contro la chiusura arroccata della difesa casalinga. Una prestazione di Madama all’insegna dell’ affaticamento fisico e mentale di una squadra che da anni proclama la primavera come momento di massimo fulgore.(immagine da calciomercato.com)
La solita impostazione attendistica dei bianconeri non funziona, come non funzionano i provvidenziali cilindri di Higuain e Dybala, che nel giro delle ultime gare si sono sempre prodigati per “togliere le castagne dal fuoco” illuminando, con i loro assoli, prestazioni alquanto mediocri del gruppo: Londra, Roma e anche la partita di recupero contro gli orobici passano attraverso i loro piedi fatati. Ci sta che alla fine pure la Dea Bendata decida di aver fatto abbastanza: chi è bravo non è fortunato, così dovrebbe essere.
Sconcertante la testardaggine di Allegri nello schierare ancora una volta il centrocampo a due, facendo a meno di un modulo che non solo gli ha garantito l’inviolabilità in difesa, ma ha permesso di individuare tra tutti un tridente offensivo meraviglioso. Ritornando al 4231, il tecnico arretra nuovamente Dybala spezzando l’aura di magia che si era recentemente creata con Higuain e Costa; inoltre lascia Pjanic ancora più solo e impreparato nella terra di mezzo (e di nessuno).(immagine da corrieredellosport.it)
Sconcertante la stanchezza fisica di una compagine che in questo momento è chiamata a dare il massimo su ben tre fronti e appare ancora lontana dal top, là dove invece ci è stato per mesi promesso il contrario. Tenendo conto che l’infermeria non si è ancora svuotata e che non solo il Real attende la Juventus, ma anche tutte le altre squadre più toste del campionato. E va bene che esiste anche l’avversario, ma con tutto il rispetto stiamo parlando di un divario tecnico abissale: l’alibi regge e non regge. Ma sconcertante è anche la superficialità, la sufficienza con cui la Juve ha affrontato la gara, forse (o forse no) distratta dalla sosta, dal pensiero delle merengues e convinta di una vittoria agevole.
Alla luce di queste considerazioni arriva la pausa delle Nazionali: tutto rimandato a aprile. Un mese che vale un anno, ogni punto perso, ogni cambio arrivato troppo tardi, ogni formazione sbagliata potranno costare un’ intera stagione. Adesso, per davvero, vincere diventa l’unica opzione possibile.
Daniela Russo
(immagine di copertina da ansa.it)