Niente stupore per la Juventus vista a Marassi
A guardarla bene non ha molto di diverso dalla Juve già vista in molte, moltissime uscite di questa stagione. E l’assenza di Ronaldo non è alibi sufficiente, perché quante volte abbiamo potuto vedere lo stesso portoghese inglobato dal grigiore della manovra bianconera…
Nulla di nuovo sotto il sole, quindi, direbbe qualcuno.
La solita Juventus di Allegri. Perché la Juve è di Allegri, no?
Quello che fa pensare è – chiaramente – la differenza abissale di atteggiamento e di disposizione in campo tra la Signora Omicidi che ha sbranato i resti dell’Atletico Madrid e la Signorina scialba che ha giochicchiato contro il Grifone.
In verità, la Juventus vista contro gli spagnoli è un’eccezione, qualcosa di inedito, troppo diversa da quella che il buon Max ci ha abituati a vedere.
Per questo motivo è logico pensare che martedì scorso Allegri non sia stato l’artefice della preparazione e della costruzione della gara contro il Cholo. O, a voler essere proprio generosi, non è stato il solo. Accanto a lui, decisiva, preponderante, c’è stata la ‘mano del Sovrano’. Quello stesso che a Napoli, prepotentemente, lo aveva richiamato sull’attenti a osservare tutte le mancanze della ‘solita Juventus’.
Basta poco per dedurre ciò.
Se veramente la gara contro l’Atletico fosse stata tutta farina del sacco allegriano, per quale motivo – è legittimo chiederselo – non fare altrettanto per la partita del 20 febbraio invece di soccombere rovinosamente al Wanda Metropolitano?
Per quale motivo non l’abbiamo vista contro l’Atalanta a Bergamo, o contro il Napoli piuttosto che contro la Roma?
E ancora, perché non rivederla ieri a Genova, seppur diversa negli interpreti, ma con il medesimo atteggiamento?
La verità è che CR7 è arrivato a prendere in mano le redini di un gioco che stava diventando troppo pericoloso: per se stesso in primis, che non poteva accettare un’uscita agli ottavi, conseguentemente per la Juventus tutta.
E quindi, no: quella di martedì non è stata la Juve di Allegri, ma quella di Cristiano Ronaldo.
Pertanto possiamo anche smettere di cospargerci il capo di cenere e di chiedere infinte scuse, o di stendere tappeti rossi. Come preferite.
Il punto sarà ora vedere quando riusciremo ancora – se, riusciremo ancora – a vedere quella Juve. Perché potrebbe essere stata solo una soluzione di ‘disperazione’, o comunque una trovata provvisoria. Un’eccezione appunto, subito stroncata dall’anonimato della prova di domenica.
Eppure è l’unica possibile per andare avanti in Champions.
Non vogliamo immaginare scenari – come nelle ultime ore stanno presentandosi – che contemplino la squalifica di Cristiano contro l’Ajax. Il rischio è da calcolare, la risposta arriverà solo tra qualche giorno.
Nel frattempo – con ogni probabilità – continueremo a vedere in campionato la Juventus allegriana. Lenta, affannata, a corto di idee. E va bene che Bonucci ha dichiarato apertamente le priorità bianconere:
“Vogliamo la Champions, non i 102 punti”,
ma un minimo di animo e di rispetto per chi fa chilometri per venirvi a sostenere… Suvvia, Leo, hai capito.
Prossimo appuntamento cruciale, il 10 aprile ad Amsterdam: per vedere se davvero l’eccezione può diventare la regola … almeno per le restanti partite della Coppa Regina.
Sperando che Cristiano se la cavi con una multa.
Daniela Russo