“La Juve ha una rosa ampia, può contare su due squadre…”
Questa è la favoletta che viene raccontata.
Nella realtà, effettivamente, la squadra bianconera conta una rosa composta da ventitre giocatori.
(Mica pochi…)
Ma, se analizziamo nel dettaglio, la coperta, anche se costosa (il club bianconero è quello che spende più di tutti in Serie A per gli stipendi), sembra nei fatti un pochino corta e anche un po’ attempata (la media età è di 29 anni).
Perchè all’appello ci sono giocatori eternamente acciaccati come Khedira (6 milioni di euro a stagione) che non vede il campo dallo scorso novembre e che difficilmente lo vedrà da qui a breve.
Il tedesco, infatti, durante il riscaldamento in Coppa Italia ha riportato un ennesimo infortunio e con molta probabilità sarà out fino a fine stagione.
Ci sono poi giocatori che anagraficamente sono sulla via del tramonto: Buffon che prova a dimostrare (e nella finale di Coppa Italia ci è riuscito) di aver fatto un patto col diavolo e Chiellini che in questa stagione ha dovuto cedere la fascia da capitano a causa della rottura del crociato procuratasi ad agosto.
Giorgio ha collezionato appena 3 presenze (156′).
Poi c’è chi come Costa percepisce 6 mln a stagione e ironizza sui propri infortuni (“Ho più risonanze che presenze in campo”) e chi invece, come Demiral, nel momento in cui stava dimostrando di essere prezioso si è rotto il crociato.
Inoltre, nei 23 ci sono giocatori che, più che validi sostituti di lusso, sembrano zavorre (di difficile collocazione soprattutto a causa dei loro stipendi dorati).
Schierati con il contagocce se non per stretta necessità come Rugani e De Sciglio.
Il primo, anche con l’allenatore che lo aveva lanciato ad Empoli, ha collezionato appena 7 presenze.
Il secondo, pupillo di Allegri, in tre stagioni in bianconero annovera appena 60 presenze: 20 nella stagione 17/18, 28 nella stagione 18/19 e 12 sotto la gestione Sarri (il quale gli ha preferito Cuadrado adattato nel ruolo di terzino destro).
Terzino destro, un ruolo che avrebbe dovuto ricoprire il neo acquisto Danilo che, però, come altri arrivati nello scorso mercato estivo, ha inciso poco o nulla.
Il brasiliano, che percepisce 5 mln, è sbarcato a Torino nello scambio con Cancelo. Tuttavia – vuoi per infortuni, vuoi per rendimento – tra coppe e campionato è stato impiegato in 21 occasioni senza mai convincere del tutto.
Poi ci sono un francese e un gallese che costano non poco alle casse bianconere ma il cui apporto è stato molto al di sotto delle aspettative.
Presi a parametro zero ma con ingaggi importanti, due dei volti dell’ultimo mercato bianconero, chiamati a risolvere i problemi di un reparto chiave, fanno non poco discutere.
Rabiot ha firmato un contratto di quattro anni con stipendio netto di 7 milioni a stagione: si sta rivelando un acquisto sbagliato sia tecnicamente (inconcludente e avulso dal gioco) che caratterialmente (atteggiamento di eccessiva sufficienza).
Ramsey, invece, è stata una scommessa dal costo di 7 mln a stagione. Il centrale 29enne, impiegato in appena 25 occasioni – talvolta trequartista, talvolta mezzala – paga infortuni di varia natura.
A fare numero poi c’è chi, come Bernardeschi, viene schierato perchè guardando la panchina non si può fare altrimenti e/o per cercare di salvare un ragazzo -patrimonio nazionale- che sembra aver dimenticato come si gioca a pallone.
Involuto e smarrito, il 33 bianconero, ogni volta che viene chiamato in causa mostra il peggio di sè.
Per il carrarese la Juve spese quasi 50 milioni per portarlo a Torino. Sia nella gestione Allegri sia con Sarri – complice la difficoltà nel trovargli una collocazione tattica – Berna non è mai riuscito a ritagliarsi un ruolo da titolare: ad oggi sembra persino non essere una valida alternativa.
A rendere folta e costosa la rosa ma anche poco funzionale alla causa c’è anche Mr 90 mln, Gonzalo Higuain.
“Scippato” al Napoli dopo aver realizzato il record di gol in Serie A, è arrivato in pompa magna nel 2016 ma dopo due stagioni è stato ceduto in prestito (al Milan prima e al Chelsea poi) salvo far ritorno “incantenandosi” alla Continassa.
Il Pipita ha il contratto in scadenza nel 2021 e la dirigenza bianconera ha intenzione di cederlo per poter monetizzare visto anche un ingaggio da 7,5 milioni di euro.
In realtà, Paratici aveva provato a piazzarlo durante la scorsa sessione estiva di calciomercato. La ferma volontà dell’attaccante di voler restare ha, però, portato il club bianconero a soddisfare i suoi desideri.
Nonostante Sarri e l’assenza di altre “punte pure” in rosa, Gonzalo sembra essere comunque fuori dal progetto: questa stagione non propriamente degna di nota non fa altro che confermarlo.
Con un piede e mezzo fuori dal progetto, in virtù anche di questa annata poco brillante, sembra esserci anche Pjanic.
Il bosniaco, in cabina di regia, avrebbe dovuto toccare “150 palloni a partita” diventando il fulcro della Juve di Sarri.
Gara dopo gara, però, si è smarrito con il suo gioco in orizzontale, con i suoi appoggi arretrati con i suoi limiti nella visione di gioco e di velocità tra pensiero/azione.
Insomma, Pjanic non è riuscito a essere il play adatto per il nuovo gioco bianconero di marca sarriana tanto da indurre il tecnico a puntare su Bentancur nel ruolo di regista.
In conclusione, l’evidente carenza di terzini (destri e sinistri: Alex Sandro non ha un ricambio naturale se non il citato precedentemente De Sciglio) e un reparto come il centrocampo con limiti ormai annosi, sono sonori campanellini d’allarme.
A ciò si aggiungono, come abbiamo analizzato, giocatori involuti e/o inadatti al nuovo sistema di gioco, infortunati, di una certa età e vari elementi che mal si amalgano tra loro (per caratteristiche tecniche e caratteriali) … oltre a coloro che sono in rosa perchè la loro cessione non è andata a buon fine.
Ecco che, nei fatti, il tecnico bianconero può contare si e no su 14 giocatori.
Segno evidente di una rosa lunga sulla carta, dispendiosa per le tasche ma nei fatti insufficiente, mal assortita e assente.
Caterina Autiero