Reggio Emilia accoglie la Juventus in un clima di festa: ma sin dalle prime battute della partita i capisce che il Sassuolo non è sceso in campo per fare da spettatore.
Anzi.
I neroverdi partono a mille giri e stringono alle corde la Signora che, in una sorta di déjà vu, non riesce a uscire dalla propria metà campo. La difesa sbanda più d’una volta e su una pericolosissima incertezza di Rugani Szczsney è chiamato a un mezzo miracolo, mentre il giudice di gara, invece, chiama il silent ceck: dubbio penalty. Il Var dice che è tutto ok, anche se in effetti sembrava proprio calcio di rigore…
Il Sassuolo non si arrende – Berardi sembra ispirato ma impreciso – però paradossalmente è la Juventus a passare in vantaggio: un tap in di Khedira su respinta di Consigli, la palla è in rete. Una sorta di schiaffo inatteso che stordisce i padroni di casa e scuote i bianconeri, che iniziano a scrollarsi di dosso il torpore e sfiorano anche il raddoppio.
Nella ripresa il Sassuolo fallisce il pari clamorosamente: non approfitta di un errore ancora più clamoroso del numero uno bianconero. A questo punto la ruota gira, la squadra Campione d’Italia si ricompatta e ritrova cinismo. Cerca il gol con convinzione crescente fino a quando il solito CR7 insacca uno splendido 2-0.
Il portoghese a questo punto stupisce tutti, sfoderando l’esultanza del ‘suo’ numero 10, la Dybalamask.
Un gesto d’attenzione per la Joya, relegato in panchina. Ma – forse – anche qualcosa di più.
Anche il pubblico del ‘Mapei’ vuole Dybala in campo. Il fermento dagli spalti è tale che alla fine Allegri, seppur solo per dieci minuti circa, si arrende: l’argentino entra tra il boato del pubblico. E in quella manciata di minuti nasce il duetto più luminoso della partita della Juve, che poi diventa terzetto a rete, siglata da Emre Can, appena entrato proprio come il dieci. Senza nulla togliere al volenteroso Bernardeschi, le cui prestazioni sono penalizzate indubbiamente dalla mancanza di continuità e dalla sua – talvolta eccessiva – esuberanza.
Il risultato rotondo non inganni: la Juve ha ancora da fare in vista di Madrid. Le incertezze difensive non hanno prodotto danni ma si attende con ansia la coppia centrale storica, per cercare di dormire quanto meno più tranquilli, anche se il sonno, in Champions, è un lusso che non ci si potrà permettere. Senza dimenticare il buon Cancelo: ha sbagliato una partita, e va bene… Ma direi che ha pagato abbastanza.
Stesso discorso per il centrocampo: per quanto si possa apprezzare la capacità di inserimento – e di finalizzazione – di Khedira, il Bentancur visto durante la fase a gironi – fiero, coraggioso, pieno di ‘garra’ – è un alleato prezioso per una terra di mezzo dai ritmi ancora troppo lenti e altalenanti.
Daniela Russo