“Vinciamo con il Genoa e per le milanesi si farà dura”: parola di Timothy Castagne.
Detto, fatto.
Non è soltanto un tutto fare in campo, il giovame belga: ha anche acquisito poteri (quasi) divinatori. Sì, perché in realtà il copione dell’ Atalanta sembra quasi già scritto: l’adrenalina dei nerazzurri è tale da non ammettere battute d’arresto.
E di battute d’arresto non ne vuole sapere neanche lui, il terzino – destro o sinistro che sia – che all’occorrenza si sa improvvisare pure goleador: due gol pesantissimi nelle ultime due partite e, indimenticabile, la rete che aprì le marcature in Atalanta-Juventus, il match che ha segnato lo sprint della cavalcata degli orobici in Coppa Italia. Arrivato in punta di piedi a Bergamo al modico prezzo di 6 milioni, pescato quasi per caso dal Genk, oggi si può dire che Timothy è una sorta di jolly – gioiello per la Dea. Due anni fa è stato chiamato al compito – apparentemente ingrato – di sostituire Andrea Conti, partito in direzione Milan: considerando i molteplici infortuni di cui il rossonero è stao vittima in questi due anni, sembra quesi esserci una mano provvidenziale nel suo arrivo a Bergamo.
Versatile, redditizio su entrambe le fasce, il classe ’95 si contende la parte sinistra del campo con Gosens ma rappresenta una validissima alternativa a destra a Hateboer.
Intraprendente, dedito a supportare la squadra nel momento del bisogno, tuttocampista nel senso letterale del termine: come un camaleonte Castagne si presta a qualsiasi interpretazione di ruolo, instancabile per corsa e fisicità, legate anche alla sua struttura longilinea. Caratteristiche che lo rendono prezioso agli occhi di Gasperini visto che così tanto bene si sposa al suo modulo preferito.
Un esempio quasi perfetto di terzino moderno.
Le ottime prestazione in maglia nerazzurra gli sono valse le prime convocazioni con la maglia del Belgio, avvenute tra settembre e marzo. Niente male per un ragazzo che prima dell’Atalanta aveva conosciuto e sperimentato solo la realtà del Genk e che oggi ‘rischia’ addirittura di calcare, il prossimo anno, il più importante palcoscenico d’Europa. Ad ogni modo, al Genk era considerato – e non a caso – una sorta di idolo:
Sicuramente il belga si è fatto notare e altri club lo osservano con molto interesse. Lazio, Milan ma soprattutto la Roma pare essersi fatta avanti con l’entourage del giocatore, visto come un ottimo rinforzo sulle fasce. Timothy tuttavia ama anche la Premier, campionato che fa sicuramente molta gola a tutti in questo momento di dominio nelle coppe europee.
Al momento però siamo nel presente, a Bergamo, e c’è una finale di Coppa Italia alle porte: chissà che Castagne non decida di essere decisivo ancora una volta contro la Lazio, mercoledì sera. Lui non ha dubbi: tra il piazzamento Champions e la Tim Cup sceglie la seconda, perché un trofeo – giustamente – resta lì e non lo porta via nessuno.
Daniela Russo