“Il talento è una fonte da cui sgorga acqua sempre nuova. Ma questa fonte perde ogni valore se non se ne fa il giusto uso” – L. Wittgenstein
Così come Icaro avvicinandosi troppo al sole, pagò a caro prezzo l’insolenza di sfidare gli dei precipitando rovinosamente al suolo, allo stesso modo tantissimi giovani talenti nel mondo del calcio, passano velocemente dalla popolarità e dall’essere celebrati a nuovi dei dell’Olimpo per poi cadere inesorabilmente nell’oblio. Il talento da solo non basta ma necessita di altre qualità come la costanza, l’umiltà, l’impegno, il sacrificio, la volontà di apprendere, la capacità di leadership e anche una buona dose di fortuna. Solo in questo caso può esprimersi a pieno generando campioni i cui nomi rimangono scolpiti nella storia.
Da Turbo Man a flop mondiale – Certi cognomi nel mondo del calcio sembrano essere una garanzia, preludio di una carriera da mille e una notte. I personaggi che hanno la fortuna di essere marchiati dal generoso fato fin dalla nascita, ne fanno tesoro e cercano di rendergli onore come meglio possono. Perché questa breve introduzione? Perché questa è la storia che avremmo potuto raccontare di Juan Manuel Iturbe Arévalos, ma che non racconteremo mai. L’attaccante classe 1993, ora in forza al Club Tijuana, nella sua prima esperienza in Italia all’Hellas Verona era stato ribattezzato Turbo Man per le innumerevoli sgroppate sulle fasce e le sue accelerazioni palla al piede, che lo rendevano un potenziale fenomeno. Vuoi un pò per l’assonanza con il cognome, questa etichetta sembrava calzargli a pennello: proprio ad un passo dall’esplosione definitiva qualcosa andò storto, il turbo si spense e la carriera comincio a precipitare in picchiata. Questa è la storia di Juan Iturbe, ragazzo dal talento innato, che è passato rapidamente da essere nominato nuovo dio dell’Olimpo a flop mondiale degli ultimi anni.
Il Messi Guaranì – Juan Manuel Iturbe Arèvalos nasce a Buenos Aires e già da piccolo in Sudamerica lo considerano destinato a diventare uno dei grandi del calcio mondiale, a cominciare dal tecnico Pedro Troglio (ex giocatore con passati nel River Plate, Verona e Lazio) che a soli 16 anni lo fa debuttare nel Cerro Porteno, squadra della Primera Divisiòn paraguayana. E’ in questi anni che viene ribattezzato il Messi Guaranì (Guaranì è il popolo che vive tra il Brasile meridionale, Paraguay e Argentina) un po’ per il suo piede sinistro, un po’ per il suo modo di giocare, tagliando il campo in modo trasversale, nè da trequartista nè da attaccante puro.
Nel marzo del 2010 rifiuta di firmare un nuovo contratto con il suo club, il quale, in risposta, il 12 marzo lo rimuove dalla prima squadra. Il calciatore decide quindi di lasciare il Paraguay per trasferirsi in Argentina, scelta di cui si pentirà successivamente ritornando a indossare la maglia albirroja, dove inizia ad allenarsi con la selezione Under 20 dell’ Albiceleste e può incontrare finalmente il suo idolo Messi. Nel frattempo viene notato dal Porto che nel luglio 2011 decide di acquistarlo per 4 milioni di euro.
Il salto in Europa – In Portogallo Iturbe fatica a trovare spazio e giunge così in Argentina, dove nel River Plate si ritaglia un discreto numero di presenze (17 per l’esattezza) accompagnate da 3 gol. La grande occasione arriva per lui nell’estate del 2013 quando l’ Hellas Verona, neopromossa in Serie A dopo 11 anni, vede in lui il compagno ideale di Luca Toni. La sua prima stagione ricompensa i veneti: 33 presenze e 8 gol.
(immagie corriere giallorosso)
Velocità, tiro, precisione, e dribbling, il Messi Guaranì è sulla bocca di tutti. I grandi club italiani vogliono accaparrarselo ma la Roma batte la concorrenza di Inter, Milan e Juventus, portandolo ai piedi del Colosseo per 24 milioni di euro. Nella squadra giallorossa tuttavia non riesce ad emergere e nella sua prima stagione, causa anche numerosi problemi fisici mette a segno soli 4 reti in 37 presenze. Le cose nella Capitale non vanno come dovrebbero, Turbo Man non riesce a ripetere la sua prima stagione italiana e a gennaio 2016 viene ceduto in prestito al Bournemouth. In Inghilterra colleziona solo 4 presenze complessive e non viene riscattato. La sua esperienza in prestito al Torino è ancora meno esaltante delle precedenti.
(immagine calciomercato)
Ormai Iturbe è diventato una zavorra di cui la Roma non riesce più a sbarazzarsi: l’ultima spiaggia si chiama Club Tijuana, nella Primera División de México, dove viene mandato in prestito stavolta con obbligo di riscatto a titolo definitivo. A gennaio 2018 la Roma ha confermato la cessione a titolo definitivo.
Che fine ha fatto oggi? – L’esperienza in Messico, doveva essere quella della rinascita, ma anche qui Iturbe fatica, l’infortunio al crociato non gli permette di terminare la stagione che finirà con zero centri all’attivo. Tra infortuni, errori e prestazioni sottotono dopo l’esplosiva stagione al Verona, del Messi Guaranì non si è più vista traccia. Come se non fosse abbastanza, il fato sembra essere passato dalla sponda opposta, prendendosi gioco di lui.
Il Club Tijuana, due giorni fa, ha formalizzato la cessione del giocatore ai Pumas, club appartenete allo stessa división. Gli Xolos si sono affrettati a sbarazzarsi dell’attaccante non avendo nessuna intenzione di aspettare TurboMan, ancora alle prese con la riabilitazione. Oltre il danno anche la beffa: il calciatore, come riporta As.com, non era a conoscenza di questa trattativa: “Ancora non so niente, sono arrivato in Paraguay pochi giorni fa. Il problema è che qui ti vendono senza che tu sappia niente, ti vendono e tu te ne devi andare”, ha denunciato l’ex Verona. “Mi hanno detto dell’approccio della dirigenza del Pumas che mi vuole comprare: non sono loro il problema, vedremo”.
Maria Chiara Rossi
(immagine copertina telemundo)