La mitologia narra che il padre di Atalanta desiderasse un maschio e avesse così abbandonato la figlioletta su un monte.
La bambina fu allevata dagli orsi e divenne in breve capace di badare a se stessa, battendo anche uomini più forti e dotati di lei.
Un’ immagine che rappresenta plasticamente la Dea Bergamasca che, pur fornita di un equipaggiamento inferiore rispetto alle sue dirette concorrenti in Serie A, ha agganciato la zona dell’ Europa che conta e la guarda soggiogata dal suo fascino, ma sempre con i piedi per terra.
A fare ciò ci pensa il suo mister Gian Piero Gasperini che le comanda saggezza e resistenza. L’ Atalanta – dopo un’ estate in cui si è privata di moltissimi dei suoi pezzi da 90 – sta facendo un campionato assolutamente straordinario e superiore alle aspettative: con il pari imposto all’Inter, ha appena agganciato i rossoneri di Milano al quarto posto.
“Sarebbe qualcosa di straordinario, ma a sette giornate dal termine partiamo tutte dalla stessa griglia”,
dice il Gasp con gli occhi tuttavia sorridenti, pensando a quello che i suoi ragazzi – spinti dalle ali dell’entusiamo – stanno facendo. Con una squadra che Percassi avrebbe potuto apparecchiare meglio – ricorderemo le esternazioni del tecnico alla chiusura del mercato estivo – e che nessuno pensava potesse recuperare in tal modo il terreno perso durante il girone d’andata, quando la delusione per la mancata qualificazione all’Europa League e l’assenza prolungata di Ilicic hanno tagliato le gambe agli orobici.
Il trequartista mai come in questa stagione si è dimostrato il cuore della manovra nerazzurra, il faro ancor più di capitan Papu Gomez, malgrado il carattere notoriamente un po’ ‘lavativo’ e propenso a lunghe pause.
Devastante quando è in giornata, perfetto in partite chiave come quella contro l’Inter a Bergamo, lo sloveno ha vissuto un vero e proprio incubo partito da un semplice ascesso dentale, che si è poi trasformato in un’ infezione che gli ha fatto pensare addirittura al peggio.
Con il suo ritorno in campo la Dea non solo ha iniziato a inanellare vittorie: ha aumentato il possesso palla, la presenza nell’area avversaria, le conclusioni in porta. Insomma, Ilicic ha trasformato la sua Dea.
A ciò si aggiungano i soliti ingredienti magici di Gasperini: giovani da sfruttare al meglio come Gianluca Mancini o altri che, passati altrove senza grandi echi, esplodono nelle sue mani.
Come Duvan Zapata che tra una marcatura e l’altra contende il titolo di capocannoniere a Quagliarella, Piatek e a un certo Cristiano Ronaldo.
Accanto al sogno Champions, l’Atalanta non dimentica la semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Fiorentina, partita che vale la finale di Roma e che si terrà al Franchi il 25 aprile. Un pensiero fisso – un bel pensiero, lo ha definito Gasp – nella testa degli orobici che accarezzano l’idea di portare finalmente un trofeo nella loro bacheca.
Trofeo che sarebbe meritatissimo se solo di pensa al modo plateale con cui hanno eliminato la Juventus detentrice del trofeo da 4 anni consecutivi.
La mitologica Atalanta, cresciuta selvaggia sulle montagne, ritrova infine il suo nobile lignaggio: è l’epilogo che tutti in quel di Bergamo si aspettano, di poter finalmente conquistare un posto tra le più grandi, un posto che per quanto visto sul campo non sorprenderebbe più nessuno.
Daniela Russo