Interpellati durante il ritiro con le rispettive Nazionali, Kluivert e Schick hanno a distanza espresso il proprio desiderio di giocare di più.
Le dichiarazioni dei due giovani talenti giallorossi hanno nell’immediato fatto il giro del web, scatenando una mini polemica e dividendo tifoseria e addetti ai lavori.
Per qualcuno, esprimere la volontà di essere centrali nel progetto del team, essendo utilizzati maggiormente e accrescendo così il proprio minutaggio, è un segnale di arroganza, dovendo rispettare una sorta di gerarchia forse creata dagli stessi nelle proprie menti.
Per altri questo desiderio va assecondato e interpretato positivamente come partecipazione attiva in una squadra e volontà di farne parte pienamente.
Ad accreditare questa seconda ipotesi è stato, dall’alto della sua esperienza giallorossa, Totti, che non ha esitato a prendere le difese dei due ragazzi:
“Significa che vogliono dimostrare quanto valgono, che tengono a se stessi e alla Roma.
Anche io a 18 anni volevo giocare sempre e avrei risposto nello stesso modo, non serve crearci un mondo intorno.
Sono due ragazzi eccezionali, dal grande futuro, anzi: meno male che hanno voglia di giocare”.
Di questa opinione anche il giornalista, Riccardo Cucchi, che attraverso i propri social, ha sposato la dichiarazione del pupone:“Ha ragione Totti. Schick e Kluivert hanno espresso un desiderio normale per un calciatore: giocare. Sono giovani e vogliono conquistarsi un posto da titolari. Lavorando e allenandosi al meglio e convincendo il loro allenatore.Tirarne fuori una polemica è forzare la realtà”.
A volte si critica un calciatore di non dimostrare la propria foga agonista e appartenenza alla maglia in campo o fuori, accusandolo di distacco e menefreghismo. Poi, però, se viene espresso un concetto contrario non viene lo stesso accettato perchè indice di superiorità.
La superiorità sarà bene lasciarla al campo, accantonando le polemiche in un cassetto e per una volta non soffermarsi ad un’interpretazione letterale ma andare oltre, contestualizzando le frasi e relazionandole all’età del soggetto e al contesto in cui vengono pronunciate.
Si tenga sempre conto che le scelte di campo non dipendono dall’età e chi può saperlo meglio dei tifosi romanisti che hanno avuto la raffigurazione concreta di ciò con il proprio capitano, Totti?
Chiara Vernini