Adesso è ufficiale: il Derby d’Italia, Juve-Inter, si disputerà in un Allianz Stadium a porte chiuse a causa dell’emergenza “coronavirus”.
Ci perde lo spettacolo, ci perdono i tifosi, ci perdono i giocatori e, soprattutto, ci perde il calcio.
Chi può tirare un sospiro di sollievo è Antonio Conte: nessuna accoglienza “calorosa” per lui. Nessun fischio, nessuno striscione, nessun insulto.
Non tutti i mali vengono per nuocere, si dice.
Conte, un condottiero che sotto quei riflettori, dal 2011 al 2014, ha permesso ai padroni di casa di salire sul tetto d’Italia ripetutamente. Tanti ricordi su quel campo, tante emozioni e tanto “odio” per quella squadra che oggi allena, lo ha sottolineato Andrea Agnelli in settimana definendolo “una bandiera bianconera”:
“Conte poteva tornare dopo Allegri? Noi volevamo Sarri e abbiamo preso Sarri. Conte è una bandiera juventina, Conte è Juventus da questo punto di vista. La sfida che lui ha reputato più affascinante è riportare l’Inter a vincere, è una sfida ambiziosa, e per me avere questa sfida con Steve Zhang nell’ultima parte del campionato è qualcosa che mi affascina”.
Conte preferisce starne fuori e non entrare nel merito della questione, glielo fanno notare a Sky Sport, dopo aver staccato il pass per gli ottavi di Europa League sul Ludogorets per 2-1: “Conte avrà sicuramente sentito le parole del Presidente Agnelli…” lo punzecchia la Bilò. I
l tecnico leccese, appena sentito la domanda, si è tolto l’auricolare e ha lasciato l’intervista: “Sì, ciao, grazie, ciao…”
Il fuoco tra Juve-Inter è implacabile da sempre per sempre.
L’odio tra le due squadre inizia, a ogni match, molto prima del fischio d’inizio. E quest’anno il clima è ancora più infuocato perché le due big sono molto vicine in classifica e competono per la corsa allo scudetto:
“Quella di domenica sarà una gara importante, alla fine di questo ciclo già iniziato capiremo quanto ci manca per essere al livello che ci permetterebbe di vincere – ha detto il Mister nerazzurro – È giusto che l’Inter competa per vincere in tutte le competizioni che disputa, anche se da quasi 10 anni questa società non porta a casa trofei. Vincere non è mai semplice”.
MATCH A PORTE CHIUSE – “Ieri sera, a San Siro, sembrava di fare un allenamento. Il fatto di giocare a porte chiuse ha creato un’atmosfera molto strana. Il calcio ha bisogno di pubblico, di sentire intorno l’atmosfera. Quella è la cosa più bella – ha affermato Conte -. Ci rimettiamo alla decisioni prese per ordine sanitario, però mi auguro che quanto prima si torni alla normalità”.
Conte, a Torino, dovrà quindi fare a meno dei fischi dei suoi ex, proprio come ieri ha fatto a meno degli applausi dei suoi sostenitori.
La Lega Calcio Serie A ha deciso che oltre al Derby d’italia, anche Udinese-Fiorentina, Milan-Genoa, Parma-Spal e Sassuolo-Brescia giocheranno a porte chiuse.
Abbiamo bisogno di tifo, dei cori degli ultrà, dei bambini inquadrati in tv che piangono dopo una sconfitta, delle luci degli stadi, di saltare sulle tribune al grido di “chi non salta…”, di coreografie, di striscioni, di sandwich pre e post match, di tornare a casa felici e di tornare a casa inca**ati. Abbiamo bisogno di strillate dei tifosi che si credono allenatori.
Abbiamo bisogno di cantare che “C’è solo l’Inter”, che la Juve è “Storia di un grande amore”.
Comunque vada, abbiamo bisogno di tornare alla normalità.
Sara Montanelli