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Karl-Heinz Rummenigge: il calcio si gioca prima con la testa

Karl-Heinz Rummenigge ci insegna che il calcio si gioca - e si gestisce - prima con la testa e poi con il talento tecnico, ecco perché la sua idea di sport non è mai sorpassata

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Foto: Twitter

Rummenigge è stato forse l’attaccante più forte degli anni ’80 ed anche un grande esempio di rispetto e correttezza.

Karl-Heinz Rummenigge è nato e cresciuto in un paese come la Germania dove nulla viene mai fatto per caso. Il perfezionismo tedesco riguarda anche il calcio e Rummenigge ne fu un esempio lampante.
È stato uno dei giocatori più vincenti della sua generazione; con il Bayern Monaco ha alzato al cielo due Coppe dei Campioni, due coppe nazionali e due campionati tedeschi.
Dominò incontrastato la Bundesliga e più volte si laureò capocannoniere, fino a conquistare il tanto ambito Pallone d’Oro nel 1980 e nel 1981.
Quando l’Inter lo acquistò Rummenigge entrava in Italia come una leggenda.

Rummenigge
Foto: Twitter

Anche in Serie A Rummenigge fece molto bene, nonostante fossero anni di egemonia tedesca in Europa. Regalò all’Inter grandi soddisfazioni in coppia con Alessandro Altobelli, come il 4-0 inflitto agli storici rivali della Juventus.
I problemi fisici lo costrinsero ad appendere gli scarpini al chiodo a testa alta dopo un’ultima esperienza al Servette.
Con la nazionale tedesca – divisa all’epoca in Germania Est e Germania Ovest, di cui lui faceva parte – visse anni gloriosi sul campo nonostante la situazione sociale fosse travagliata.

Sarebbe riduttivo liquidare la carriera di Rummenigge al solo talento tecnico individuale.
Ciò che l’ha reso grande, prima da giocatore e poi da dirigente, è sempre stata la sua spassionata correttezza verso compagni, allenatori, arbitri ed avversari.
Era uno di quei leader che riescono a far rumore anche stando in silenzio.
Un giocatore riflessivo, studiato, che non ha mai mancato di rispetto a nessuno con qualche parola fuori posto.
Concorderete che queste sono doti rare, lontane dai campioni di oggi, per i quali è difficile non montarsi la testa.

Foto: Twitter

Il Bayern Monaco, con una personalità come la sua tra le fila della dirigenza, continua a distinguersi per rigore, fair play e modernità.
Rummenigge è l’ultimo esponente di una generazione di protagonisti dello sport che ormai non c’è più e anche alla luce degli ultimi avvenimenti ciò che possiamo augurarci è che rimanga sul palcoscenico calcistico ancora per molti anni, riportando anche altri con i piedi per terra.

 

Federica Vitali

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