Kaka’ sprona il Milan e apre ad un futuro in società

"La Juventus sulla carta è la squadra più forte del campionato, non ci sono discussioni, poi però possono succedere tante cose e pensare in grande è nel dna del Milan" Così Kakà parla del Milan dei "milanisti"

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Kaka che con il Milan ha vinto e pure parecchio e che, con i milanisti di questo Milan ha condiviso tanto, non ha mai smesso di essere il rossonero di cui ci siamo innamorati e apre ad un possibile futuro in rossonero ma dall’altro lato della barricata.

Dopo Gattuso in panchina, Maldini e Leonardo in società anche a Kakà non dispiacerebbe, in futuro, poter tornare a Casa Milan. A qualche giorno dal match d’esordio della nuova stagione (la gara per la prima giornata è stata rimandata ndr) il Pallone d’Oro 2007 parla della sua ex squadra spronandola e tessendone le lodi.

Sul progetto intrapreso dal Milan che quest’anno dovrà accontentarsi dell’Europa League è fiducioso, nei confronti della squadra e della società e proprio partendo dall’Europa League, alla quale il Milan è stato riammesso, consiglia di non snobbarla: “Non bisognerà trascurare l’Europa League: quando arriveranno le squadre eliminate dalla Champions League sarà un torneo molto affascinante e vincerlo potrebbe essere fondamentale. Il Milan era abituato ad altre imprese in Europa, capisco i tifosi, io sono uno di loro, ma ricominciare ad avere successo è il primo obiettivo. E poi vincendo ci sarebbe la Supercoppa europea, pensate all’Atletico che batte il Real Madrid: mai dire mai”.

“Rino è uno che porta grinta, ha lo spirito di chi non molla, era così quando giocava ed è uguale a se stesso da allenatore. Da qualche punto bisogna pure ripartire e il Milan ha imboccato la strada giusta. Non so che cosa farà di preciso Maldini nel club, probabilmente avrà un ruolo simile a quello di Leonardo, ma sono certo che l’intesa fra i due funzionerà”

Apre anche uno spiraglio sul desiderio di un possibile ritorno a Milano più in là in futuro ma non da allenatore: “La priorità per me è ancora stare con i miei figli Luca e Isabela. Adesso per me è difficile lasciarli, per questo non cerco incarichi precisi. E devo studiare, capire meccanismi di lavoro per me nuovi”.

Io allenatore? Per la verità no. Mi vedo più con un incarico da dirigente, alla Leonardo. Che ha portato al Milan esperienza, contatti internazionali con Fifa, Uefa, grandi club. Sa come si gestisce una squadra importante. Maldini è la storia, la bandiera. E’ l’idolo. Paolo è la fedeltà. Questa dirigenza ha ritrovano il dna rossonero“.