Com’era prevedibile, la Juventus affonda a Roma contro una Lazio paziente, cattiva e molto più pericolosa di quello che sappia – o che voglia – mostrare.
Dico prevedibile? Certo.
La gara è cominciata bene, obietteranno alcuni.
Verissimo. La gara è partita benissimo, con una Juve pronta a pressare gli uomini di Inzaghi per togliere loro fiato e idee. Perché?
Perché a centrocampo il buon Pjanic, che notoriamente non è né un velocista, né un forzuto, ha trovato lo strepitoso apporto di Rodrigo Bentancur, stella rampante della Vecchia Signora in crescita eccezionale, partita dopo partita.
Ma dopo poco più di mezz’ora l’uruguagio si infortuna – tra l’altro si teme qualcosa di serio al ginocchio… – e entra Emre Can. Il tedesco – completamente disorientato per gli accadimenti che si sono susseguiti a partire dall’esclusione dalle Liste Champions – sembra già proiettato altrove.
Il centrocampo della Juve implode. Letteralmente, su se stesso.
Il resto lo avete visto anche voi.
Si potrebbe dare la colpa agli episodi: certo, si potrebbe. Ma questo non cambierebbe la realtà dei fatti.
Il centrocampo della Juventus è una voragine di assenze: le stesse assenze che Rabiot ( quante prospettive disattese!) e Ramsey (bellissimo giocatore ma… quando c’è?) non coprono e chissà se copriranno mai.
Le stesse che bastava già immaginare quando, a chiusura di mercato estivo, ci siamo ritrovati con Khedira e Matuidi ancora saldamente mezzali. E checché ne dica il nostro allenatore – che sicuramente pensa in un modo e parla in un altro – non sono questi gli uomini sui quali la Signora può costruire una mediana aggressiva e veloce.
Senza considerare che tutti, pure le pietre della Continassa, sono a conoscenza dei reiterati problemi fisici di Sami Khedira.
La Juventus si ritrova con una voragine a centrocampo che il buon Paratici fa finta di non voler vedere riempiendosi la bocca di parole che ai più ingenui fanno forse simpatia, ma a chi un po’legge il campo fanno infuriare e non poco.
Mi si obietta come Conte faccia volare l’Inter con gli uomini a disposizione.
Ma Sarri non è Conte: e questo lo sapevano Agnelli, Nedved e tutti gli altri insieme.
Perciò – per evitare di bere o affogare – urgono soluzioni. La Juventus non può minimamente pensare di affrontare tre competizioni con questo buco nero.
Altrimenti comincio veramente a pensare che Sarri – come molti pensano ma forse non dicono – sia stata soltanto una soluzione di ripiego, l’ennesima di una dirigenza troppo confusa per essere efficace.
Daniela Russo