La passione per la squadra del cuore non conosce limiti: i tifosi fanno di tutto per stare vicino alla squadra del cuore, tanti sacrifici economici e di conseguenza molte rinunce.
Oggi il calcio si sta trasformando in un ambiente sempre più per ricchi, persino i biglietti per la curva – settore dello stadio più popolare quindi economico – stanno raggiungendo cifre troppo alte.
Gli ultras del Parma di fronte ai 43 euro della trasferta allo Stadium hanno deciso all’unanimità di rinunciare alla partita: un segno di protesta, a loro dire, contro una speculazione impropria che colpisce i sentimenti.
Il gruppo così ha attivato una raccolta fondi per operare in beneficenza: la somma raccolta andrà a favore del reparto Oncologico Pediatrico dell’Ospedale di Parma.
I Crusaders hanno deciso perciò di opporsi alla Juventus e alla politica speculativa della Società. Uno smacco per il club torinese, che senz’altro non si aspettava una presa di posizione così definitiva.
Ma non sono solo i Crusaders, a aver pensato di unire le forze per una causa sociale.
A Torino, un gruppo di tifosi della Juventus di una mitica curva ha fondato un’associazione senza scopo di lucro, chiamata “Quelli di via Filadelfia”: oltre allo scopo primario di preservare il tifo alla Juventus e ciò che ne consegue si organizzano progetti di solidarietà sociale verso chi ha bisogno.
L’associazione, lancia vere e proprie campagne di raccolta fondi, aperte a chiunque voglia aderire: superfluo dire quanto siano apprezzate anche da tifosi di altre squadre.
Oltre ad occuparsi dei meno fortunati hanno a cuore il ricordo di chi non c’è più curando la memoria delle 39 vittime di Bruxelles durante la finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool: aiutano quei tifosi e le loro famiglie, e altre vittime di incidenti allo stadio o durante le partite di piazza.
Indirizzare l’amore e l’energia per la squadra del cuore verso cause sociali è il punto di forza di questi gruppi organizzati e non, spesso messi in discussione.
Il caro prezzi non coinvolge solo la Juventus e questo è un segnale preoccupante: che il calcio diventi un ambiente elitario, staccandosi da quella parte di tifoseria piu’ semplice ma altrettanto passionale che vive per la squadra del cuore.
Sarebbe un peccato, che lo stadio, una volta punto d’incontro e di unione, dividesse e amplificasse le diseguaglianze sociali e non è opinione di pochi che tra i tifosi e le Società di calcio ci sia sempre di più allontanamento e incomunicabilità.
Cinzia Fresia