Se qualcuno la scorsa estate reputava eccessiva la cifra sborsata dai bianconeri per assicurarsi le prestazioni di Dybala (32 milioni di euro più otto di bonus), all’attaccante è bastata una sola stagione per farlo ricredere. Adesso che lo scudetto è una certezza, il calciatore ha concesso un’intervista a Tutto Sport durante la quale ha risposto a domande inerenti la sua avventura con la maglia juventina e non solo. “Una stagione straordinaria: per come abbiamo vinto lo scudetto, per come è successo tutto, per la gioia. E’ stato tutto come me lo aspettavo, perché nei miei tre anni in Italia mi ero reso conto che non c’era una squadra così forte e vincente come la Juventus, non esiste uno stadio come il nostro che impaurisce gli avversari, non c’è niente di simile”. Si è servito di queste parole il giocatore per commentare i suoi primi mesi a Torino, mesi che come ha dichiarato apertamente spera si tramutino in anni, per seguire le orme di due bandiere della Juve, Buffon e Del Piero: “La loro storia mi affascina. Vent’anni con la stessa maglia diventi un monumento. Sono promesse che non si possono fare perché logicamente non dipende solo da me, ma sarebbe davvero bello per me ripetere quelle carriere, vincere quello che hanno vinto loro rimanendo sempre qui alla Juventus“.
Proprio Pinturicchio ha indossato la maglia numero dieci, attualmente ereditata da Pogba, e magari un giorno potrebbe essere l’argentino a scendere in campo con quel numero stampato sulla divisa, desiderio da lui stesso confermato:”Vorrei indossarlo, ma è occupato. Spero rimanga occupato per un bel po’ comunque. Non so se Pogba rimarrà, è una sua scelta. Può diventare forte come Pelè e Maradona”. Paul e Paulo, entrambi protagonisti in una stagione che ha riservato alla squadra momenti positivi ma anche negativi, come a inizio stagione, e così l’attaccante ha raccontato il suo ricordo più bello e quello più spiacevole: “Il più bello? Tanti, ma se devo dirne uno è stato il primo giorno in cui ho indossato la maglia della Juventus e ho realizzato di farne parte. E’ stata un’emozione forte.Il momento peggiore è stato l’eliminazione dalla Champions. L’ho vista alla tv da solo e senza neppure essere con la squadra a fare esperienza”.
La parola Champions fa subito pensare ai grandi campioni e fra questi vi è certamente Leo Messi. Il Pallone d’oro è collega di nazionale di Dybala, e il paragone con la stella del Barcellona è stato commentato così dal bianconero: “Il confronto con Leo non mi pesa. Anzi, mi gratifica. Ma per me è ora di iniziare a vincere qualche Pallone d’Oro: Leo, alla mia età, ne aveva già vinto uno…”. L’ambizione che lo caratterizza è tipica dei grandi giocatori e certamente è stata trasmessa all’argentino anche dai suoi compagni di spogliatoio, così descritti dal giovane: “Il collega più importante è stato Marchisio, mi è stato vicino fin dal primo giorno. Buffon, Evra e gli altri veterani sono i più saggi, hanno un modo più maturo di affrontare lo spogliatoio. Ci insegnano a scherzare nei momenti giusti e a lavorare quando si deve lavorare. Non ho idoli adesso, ma i miei compagni in bianconero sono punti di riferimento”. Dybala un ruolo centrale all’interno del progetto Juve se lo è conquistato, anche grazie ai venti gol realizzati, e tra questi, ha descritto quello da lui reputato più bello e il più complicato da finalizzare:” Il più bello è stato quello col Sassuolo. Perché quel tiro l’avevo provato, l’avevo studiato e volevo metterla proprio lì. Quello più difficile? Il rigore contro il Chievo. Eravamo sotto di un gol, non stavo giocando molto, ero al centro della critica ed era un momento difficile per la squadra”.
Ha le idee chiare Paulo e è sempre stato convinto delle sue scelte, anche quando il percorso della formazione di Allegri appariva una salita alquanto ripida, e lo ha confermato per sua stessa voce:”Sapevo di arrivare in una delle squadre più forti del mondo e così è stato. Non mi sono mai pentito della mia scelta. Mai. Neppure nel momento più brutto quando avevamo dodici punti dall’Inter. “Ero consapevole che avevamo cambiato molto, che molti di noi dovevano capire cos’era la Juventus, che molti meccanismi erano da sistemare. E soprattutto sapevo che tutto era ancora nelle nostre mani: bastava vincere le partite… e così è stato”. Dunque i tifosi della Vecchia Signora possono dormire sonni tranquilli, Dybala è arrivato per restare.
Chiara Vernini