Juventus alla ricerca del nuovo numero 10. Pogba: “Mi candido io”

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Con le importanti cessioni di Tevez, Pirlo e Vidal, la Juventus sta cambiando pelle. In questo lavoro di mutamento sono stati inseriti nuovi giocatori per dare nuova linfa agli schemi di Allegri, ma rimane scoperto il ruolo di trequartista, normalmente occupato da chi porta la maglia numero 10. Trovare il degno sostituto di Tevez non è certo una cosa facile, ma all’orizzonte si vede un “candidato” speciale: Paul Pogba. Quest’anno il centrocampista francese sa che dovrà trascinare la squadra e diventarne il nuovo leader. In una intervista alla “Gazzetta dello Sport“, sembra essere molto fiducioso nel futuro:

Siamo solo all’inizio, difficile dire se sia una Juve più o meno forte di prima. Abbiamo perso giocatori importanti, però ne sono arrivati altri di grande esperienza. Con Pirlo e Vidal dal nostro centrocampo sono andati via due grandi giocatori da cui ho imparato tanto in questi anni, adesso devo mettere in pratica quello che mi hanno insegnato e dimostrare di essere cresciuto. E’ andato via anche Tevez, però abbiamo trovato altri punti di riferimento. La squadra non è stata stravolta e sono arrivati Khedira e Mandzukic, due uomini fondamentali. Quando si cambia ci sono sempre differenze, ma siamo la Juve e abbiamo il dovere di fare bene”.

Per Pogba la Juve rimane la squadra più forte in Italia, nonostante le partenze: “Se vogliamo, possiamo vincere il quinto titolo di fila perché sappiamo come si lavora alla Juve, dipende soltanto da noi. Le altre si sono abituate a vedere la Juve sempre davanti a tutti, logico che prima o poi vogliano tornare a vincere. Saranno più agguerrite, proprio per questo dobbiamo essere ancora più concentrati e fare di più”.

Per quanto riguarda il ruolo di trequartista, il centrocampista francese ha fatto vedere delle buone cose: “Io sono a disposizione dell’allenatore e della squadra. Mi sono trovato bene anche dietro alle due punte, vediamo cosa succederà durante la stagione. Se è un ruolo che mi piace? A me piace giocare”.

Non ci resta che attendere.

Barbara Roviello Ghiringhelli