“Arbitrare è sempre stato e sempre sarà difficile, questa settimana di polemiche ci ha fatto riflettere e non ha fatto bene al mondo del calcio in genere. Juve-Roma, in altre nazioni, è stata fondamentalmente giudicata normale“. Così il presidente dell’Aia (Associazione Italiana Arbitri) Marcello Nicchi, intervenuto a Radio Anch’io lo sport, su RadioRai, ha messo un punto fermo alla bagarre venuta fuori a seguito del big match tra bianconeri e giallorossi, che si contendevano la vetta della classifica di Serie A, giudicato dai capitolini come l’ennesima “truffa arbitrale” del calcio italiano. Insomma, la settimana di stop del campionato per gli impegni della Nazionale, è servita per stemperare i caldi animi dei tifosi romanisti – e di tutti gli anti juventini –, e per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Uno di questi, proprio quello di Nicchi, vista anche la recente apertura del presidente della Figc Carlo Tavecchio in merito alla sperimentazione della moviola in campo. Il presidente dell’Aia ha dunque preso le difese dell’arbitro del big match Juve-Roma, Gianluca Rocchi: “Secondo gli organismi dell’Uefa e della Fifa gli episodi di quella partita sono considerabili come ‘al limite’ e nemmeno la tecnologia è riusciti a chiarirli“.
Tre rigori in una sola partita (due a firma bianconera), tre cartellini rossi, e il ricordo più immediato è quello dello scandalo Calciopoli. Nicchi non smentisce: “Sugli arbitri grava assolutamente il fardello di Calciopoli, ma l’Aia è un’associazione completamente nuova e non ci portiamo dietro niente dell’epoca“. Il presidente ha poi precisato che i direttori di gara, quando scendono in campo, non hanno preconcetti di alcun tipo e vogliono sempre dare il meglio. Ma i giocatori e le rispettive panchine devono contribuire al perfetto andamento degli incontri, cosa che, troppo spesso, non avviene: “Continua ad accadere il contrario: dopo appena 6 giornate di serie A ci sono stati 18 espulsi, mentre in 8 gare di B addirittura 50“.
Eleonora Tesconi