La Juventus vola a Berna dagli Young Boys per conquistare il primo posto nel girone.
Questo l’obiettivo dicharato – e doveroso, aggiungeremmo – da Massimiliano Allegri, che in nome di questa partita (l’ultima delle sei) si è addirittura permesso di snobbare la partita contro l’Inter, definenendola “come tutte le altre”.
In verità, dato l’enorme divario tecnico tra la Signora e i Giovani Ragazzi, il match non dovrebbe creare così tanti grattacapi. Purtroppo è anche vero che stiamo parlando della Champions, terreno quanto mai insidioso per la Juventus ove nulla, mai, può essere dato per scontato. Sebbene i bianconeri siano dati per favoriti assoluti in questa stagione, ancora una volta si ritrovano all’ incontro finale per decidere la loro sorte.
Questo ‘stress’ si sarebbe potuto tranquillamente evitare, se solo la partita di Torino contro il Manchester, pur dominata, non si fosse trasformata in una sconfitta; pertanto, la vittoria è l’unico risultato ammesso in Svizzera: un pari difatti legherebbe la Vecchia Signora all’esito della partita del Mestalla tra il Valencia e gli undici di Mourinho.
Il primato nel girone – come più volte si è visto in passato – non è affatto garanzia di un’ avversaria più abbordabile: talvolta gli equilibri saltano già nella fase iniziale e al secodo posto si piazzano squadre inizialmente collocate in prima fascia. Al di là di queste logiche argomentazioni, il primo posto per questa Juventus resta soprattutto un segnale e un fattore di prestigio, per un club che, tramite l’acquisto di CR7, ha dichiarato a tutta l’Europa di volersi andare a prendere l’Orecchiona. Soprattutto perché la Signora, partita bene nelle prime tre uscite, ha poi perso l’occasione per ammazzare il girone. Nulla di irreparabile, piccole sfumature che però contano, se è vero che la Juventus vuole lanciare messaggi ben precisi in Europa.
La vittoria del girone è il primo di questi messaggi. Per questa Juventus dei record, chiudere con il primato del proprio gruppo ci sembra una richiesta scontata. Un ulteriore passo che dimostri che il gap con le più grandi si è finalmente annullato.
Certo, la ‘gita’ al Santiago Bernabeu per assistere al Superclasico e la cena di Natale, due svaghi non da poco proprio prima di una gara che l’allenatore in primis ha definito importantissima, lasciano qualche perplessità: non perchè necessariamente debbano comprometterne l’esito, ma dichiarare di volere a tutti i costi il primato del gruppo, per poi passare i giorni precedenti alla sfida in eventi extracalcistici non sembra esattamente l’emblema della coerenza.