Settimana importante per i bianconeri che, all’Olimpico di Roma, in quattro giorni possono fare doblete per la quarta volta in quattro anni
Questa sera alle 21 all’Olimpico di Roma, Juventus e Milan scenderanno in campo per la finale di Coppa Italia, una gara importante per i bianconeri che vogliono conquistare il doblete (perchè la pratica tricolore è solo una formalità) o meglio, conquistare il quarto doblete consecutivo. Nella Capitale, all’Olimpico, la Signora di Allegri può, anzi, vuole, affermare la sua forza in Italia, iniziando, questa sera, contro il Milan, vincendo la Tim Cup e concludendo il tutto domenica, in campionato, contro i giallorossi, con il settimo tricolore.
E’ la quinta volta nella storia che Juventus e Milan si affrontano in finale di Coppa Italia. Al momento, tre affermazioni dei bianconeri (1942, 1990 e 2016, quando la sfida fu decisa da un gol ai tempi supplementari di Alvaro Morata) contro una sola dei rossoneri, nel 1973.
Gattuso e Allegri si sono incontrati già due volte in stagione, in entrambi i casi ha avuto la meglio l’allenatore toscano, senza contare che sotto la gestione dello juventino, il club bianconero ha raggiunto sia il record complessivo (12) che di trofei di fila (3) vinti in Coppa Italia.
La squalifica di Chiellini è una brutta tegola – La Juventus delle ultime uscite ha sempre preso gol: uno a Crotone, dal Napoli, due dall’Inter (per giunta in inferiorità numerica), l’ultimo, su rigore, contro il Bologna. Allegri ha i soliti dubbi di formazione: dovrebbe riproporre Cuadrado da terzino destro, con Benatia che dovrebbe riprendere il suo posto nella linea difensiva dopo le ultime esclusioni. Confermato il centrocampo a tre. L’arma in più potrebbe essere il devastante Douglas Costa che dovrebbe partire dal primo minuto insieme a Dybala alle spalle del Pipita. Occhio però, perchè Mandzukic ha recuperato e potrebbe indurre Max a rivalutare il tutto per schierare il guerriero croato.
Un trofeo per chiudere il ciclo da vincenti – Se per il Milan – come ha dichiarato il grande ex della sfida, Leonardo Bonucci – vincere significherebbe l’inizio di un ciclo, per la Juve potrebbe rappresentare la degna chiusura di un lungo periodo di successi. Partiamo dalle certezze: Stephan Lichtsteiner e Kwadwo Asamoah che hanno fatto parte della solida ossatura bianconera degli ultimi anni, quest’estate certamente saluteranno; Giorgio Chiellini ci sarà anche la prossima stagione, mentre su Andrea Barzagli non ci sono al momento le stesse garanzie; dubbi anche su Marchisio che pur avendo altri due anni di contratto, dovrà confrontarsi con la società; poi c’è lui, Capitan Buffon che, se non cambierà idea, dovrebbe concludere la sua gloriosa carriera all’ultima di campionato, allo Stadium, contro il Bologna.
Dopo quattro stagioni, (quasi) quattro scudetti e altrettante Tim Cup potrebbe concludersi anche l’avventura di Allegri sulla panchina bianconera. Rumors, finzione o realtà le voci che lo vorrebbero corteggiato da club esteri? Quel che fa sorgere dubbi sulla sua permanenza è la stagione disputata: sotto accusa, in molte occasioni, è stato lo stile di gioco impresso dal tecnico alla squadra, la sua gestione della rosa, gli infortuni, la scarsa fluidità della manovra, le scelte di formazione ma il dato che più di tutti fa pensare a una separazione (alla fine di un ciclo) è la testa. In molte occasioni, lo stesso allenatore ha sottolineato alcune carenze mentali della sua Signora e, dopo quattro anni ricchi di successi e imprese (a volte sfiorate) la tenuta mentale, o meglio, le motivazioni, sono fondamentali ed ecco che, il successo in campionato e quello eventuale di questa sera, potrebbero rappresentare la degna chiusura del ciclo per poi ricostruire e trovare nuovi stimoli.
CURIOSITA’ – Negli ultimi anni colui che regala la Coppa ai bianconeri in estate parte. E’ singolare come, se prendiamo in esame le due sfide con la Lazio (nel 2015 e nel 2017) e quella con il Milan nel 2016, a decidere la partita siano sempre stati giocatori che hanno poi lasciato Torino a fine anno. Nel 2015, dopo i gol nei tempi regolamentari di Stefan Radu e Giorgio Chiellini, è stato Alessandro Matri a decidere la finale ai supplementari. Un anno più tardi, sempre nei tempi supplementari, è stato Alvaro Morata a regalare la Coppa ai bianconeri. Un anno fa, invece, ci hanno pensato Bonucci e Dani Alves a siglare il 2-0 ai biancocelesti.
Una vittoria per ribadire il proprio dominio – I bianconeri quest’anno sono apparsi meno brillanti, hanno faticato, sono stati oggetti di critiche eppure, nonostante un gioco il più delle volte avulso, nonostante la “pancia piena” sono ancora lì, a un passo dall’essere laureati Campioni d’Italia per la settima volta consecutiva e a un passo dalla tredicesima Coppa Italia. Punti realizzati, reti fatte, reti subite, nemmeno i numeri bastano ai rivali (agli antijuventini), per far riconoscere i meriti a un club e a un gruppo che in questi ultimi anni sta dominando in Italia e figurando bene (nonostante le finali perse) in Europa. Negli ultimi sette anni la squadra bianconera ha vinto praticamente tutto: è la prima squadra in Italia a vincere contemporaneamente Scudetto e Coppa Italia per tre stagioni successive…con questa sarebbero quattro…
Caterina Autiero
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