Il Napoli arriva e domina allo Stadium, sottraendo meritatamente tre punti alla Juve e svegliando bruscamente i bianconeri da un lunghissimo sonno che sa di decadenza
C’era una volta lo Stadium, fortezza inespugnabile della Juve. O forse dovremmo dire c’era una volta la Juve.(immagine tratta da ticketone)
Quello che abbiamo visto stasera è tutto troppo brutto per essere vero. La verità è che non lo abbiamo visto solo stasera, no: stasera però giustamente siamo stati puniti. Il Napoli è arrivato in questo “solido fortino” – che già da tempo, ahimè, vacillava – e lo ha trasfomato in casa sua. Senza nemmeno faticare troppo, è riuscito a fare bella mostra di sé nel regno dell’Imperatrice, lo ha fatto con intelligenza, bellezza e merito. Tutto quello che la Juventus ha perso da tanto tempo ormai.
In primavera aspettavamo la Juventus migliore: abbiamo invece assistito alla peggiore degli ultimi tre anni. Una squadra demotivata, distratta e assolutamente spocchiosa, svuotata di ambizioni e di idee: l’abbiamo vista a Roma contro la Lazio, l’abbiamo rivista a Ferrara, e poi ancora a Crotone. La sera di Madrid, una sorta di canto di un cigno che non ha più nulla, veramente nulla da perdere.
Una squadra senza più passione nè cuore: solo calcolo. Il calcolo del suo mister, il secondo migliore al mondo a detta di tanti, ossessionato dal gioco in difesa. Ossessionato al punto di snaturare e di deprimere un tridente potenzialmente devastante, ossessionato al punto da farsi schiacciare dai partenopei per tutti i 95 minuti, e in questa sua ossessione probabilmente nemmeno si è accorto che da tempo la squadra non lo segue più. (immagine tratta da occhiodinapoli.it)
Il Napoli ha vinto meritatamente e mai vittoria fu più giusta: arriva come il karma perfetto di quella sconfitta all’ ottantottesimo di due anni fa. Ma è vero anche che la Juventus gli ha spianato la strada alla grande, con la sua convinzione – giustamente punita! – di portare al casa il punticino della sicurezza. Ahi, caro Max, doveva arrivare qualcuno prima o poi a farti pagare la tua ottusa presunzione. E come potrebbe essere definita altrimenti, questa tua mania di controllare la partita aspettando solamente il colpo del genio? La tua mano, nell’organizzazione di questa squadra, dov’è? Dov’è la tua identità? (immagine tratta da ilsecoloxix.it)
Questo è il prezzo. Il prezzo da pagare per quel nefasto 3 giugno, in cui c’è stato un crollo troppo violento per non lasciare strascichi; il prezzo per non aver avuto il coraggio e l’ assennatezza di cambiare guida, per non aver voluto capire che l’Impero era giunto alla fine, restava solo la decadenza. La stiamo vedendo in questa stagione, la decadenza: è ora che tutti aprano gli occhi. E qualcuno – purtroppo – l’ aveva anche sentita arrivare.
La Juventus può ancora vincerlo questo titolo? Certo. Inutile tuttavia che si preparino hashtag di tripudio per l’occasione, perchè la sostanza non cambia. Non si può arrestare la fine naturale di un ciclo; già una volta la società lo ha fatto e queste sono le spiacevolissime conseguenze. E’ un Impero alla fine della sua decadenza: chi non vuole accettare questa realtà sotto la luce del sole, decadrà con lui. Comunque finisca la stagione.
Daniela Russo
(immagine copertina corrieredellosport.it)
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