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Juve, Can abbaia. L’esclusione del tedesco lascia perplessi

Emre Can era considerato uno dei top della rosa, anche per la sua duttilità tattica ma durante l’estate le cose sono cambiate: i dubbi sulla decisione di escluderlo dalla lista Champions

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Era stato cercato da Guardiola ma dopo un lungo corteggiamento e dopo mesi di trattativa è arrivato a Torino nella sessione estiva del passato calciomercato.

La Juventus voleva a tutti i costi Emre Can, tanto da inserire per la prima volta nel contratto la clausola rescissoria.

Lui voleva la Juventus tanto da non lasciarsi bene con il Liverpool.
Il tedesco non rinnovò  coi Reds permettendo così alla Vecchia Signora di assicurarsi le sue prestazioni a parametro zero (o meglio sostenendo una spesa di 16 milioni di oneri accessori).

Il suo arrivo la scorsa estate era stato visto come una delle operazioni di mercato più interessanti in Serie A (e per la squadra di Allegri) sia per le modalità del suo acquisto, sia in ottica svecchiamento della rosa ma anche dal punto di vista tattico.

Juve, Emre Can, finalmente è nero su bianco

Alla sua prima stagione  non è riuscito a incidere per varie ragioni, una su tutte – e non da minimizzare – legata a condizioni di salute: lo scorso fine ottobre gli è stato diagnosticato un nodulo alla tiroide che lo ha costretto a subire prima un’ intervento chirurgico per poi iniziare la riabilitazione fisica e psichica. Sul finire del campionato, però, aveva iniziato a riassaporare il campo e pian piano a trovare spazio scavalcanto gerarchie e rivelandosi un jolly prezioso (impiegato in diversi ruoli in base alle necessità).

Le cose cambiano…

Alla Juve è cambiato l’assetto societario, è cambiato il tecnico, il modo di giocare, sono mutate le strategie.

Marotta, l’artefice della la trattativa che ha portato il centrale tedesco alla Juventus è passato ai nerazzurri.

Sulla panchina è arrivato Sarri e con sè un nuova filosofia di gioco, di conseguenza diventano altre le necessità e i punti fermi.

Il tecnico toscano predilige centrocampisti che partecipano attivamente al palleggio, più funzionali alla sua idea di calcio incentrata sul fraseggio; Can, con le sue doti è più un giocatore da break. 

emre can

Pertanto con il nuovo ciclo, il tedesco sarebbe adatto ad agire ‘alla Allan’ nel Napoli di Sarri: le sue caratteristiche si prestano a sistemi difensivi che puntano alla riconquista del pallone in zone avanzate (peculiarità del sarrismo ma anche del Liverpool di Klopp).

La gestione della palla e la lettura degli spazi in verticale sono ancora aspetti in cui deve migliorare.

Cambia molto anche per Emre (e cambia la considerazione su di lui)

Lui che era considerato un punto fermo di Klopp.

“Emre Can è un giocatore molto importante per noi. E’ per me uno dei titolari, motivo per cui vogliamo tenerlo”,

disse l’allenatore campione d’Europa sperando di convincere il centrale a non cedere al richiamo della Juve.

Lui che è arrivato come acquisto TOP e su cui si riponeva aspettative a lungo termine. “Faremo di tutto per prendere Emre Can” dichiarò l’ex dg bianconero.

Lui che è stato uno dei migliori nella gara della rimonta contro l’Atletico, si sta trasformando in un esubero e potrebbe trasformarsi in un problema.

Alla vigilia della sua seconda stagione italiana, quella in cui il giocatore contava di poter tornare a essere importante come era stato in Premier, complice una rosa affollata, viene escluso dalla lista Champions.

Una scelta che fa discutere e alla luce di quanto sopra lascia perplessità e dubbi. 

Sarri ha sempre affiancato a mezzali tecniche mezzali di gamba ma, scegliendo di escludere il tedesco dall’Europa, in caso di defezione di Matuidi,  rischia di ritrovarsi con tanta tecnica a centrocampo ma senza dinamicità.  

La duttilità di Can, inoltre sarebbe potuta essere utile a prescindere, soprattutto in considerazione della carenza di terzini (a cui si aggiunge lo stop di De Sciglio).

Una decisione che ha inevitabilmente generato una reazione nel ragazzo che è alle porte di quella che è considerata l’età d’oro per un calciatore. In colui che era e si sentiva un giocatore importante e che voleva sentirsi tale e invece si è sentito messo ai margini.

Sarri, dalle rose corte a quella troppo abbondante. Qualcuno doveva restare fuori: Can ne fa le spese

Per la prima volta in carriera l’allenatore toscano si trova a gestire l’abbondanza e, per forza di cose, ha dovuto ad escludere qualcuno della lunghissima rosa bianconera.

Il numero 23 è finito per essere la vittima sacrificale di una mala gestione degli esuberi.

Ad oggi lui è fuori mentre altri, che erano destinati a partire (salvo poi rifiutare altre destinazioni), potranno scendere in campo nella competizione più importante per un calciatore.

Getty

Dalle parole ai fatti

Il tedesco si sfoga dopo l’esclusione dalla lista dei giocatori utilizzabili in coppa.
Dal ritiro della nazionale rimbalzano attraverso i media tedeschi le parole del centrale che, oltre a non essere comprensibilmente felice di questa scelta, scoperchia ancora delle difficoltà gestionali e si sente preso in giro da chi, a fronte dell’interesse di altri club, gli avrebbe dato ben altre garanzie.

La scorsa settimana il club mi aveva promesso altro. C’era anche il Paris Saint Germain, ma ho deciso di restare alla Juventus, a patto che fossi inserito nella lista della Champions League.
La voglio giocare la Champions
“.

Poi, dopo le pungenti dichiarazioni, sui suoi social corregge il tiro e getta acqua sul fuoco… momentaneamente…

Che ne sarà di lui?

Al momento la stagione è lunga e Can, sfruttando le occasioni che in campionato gli verranno concesse da qui a dicembre, potrà dimostrare di poter dire la sua anche nel calcio di Sarri.

Il giocatore ha quattro mesi di tempo per far ricredere il tecnico e lo staff guadagnandosi l’inserimento in lista per la seconda fase di Champions (sperando che i compagni superino il girone) oppure sarà inevitabile valutare l’addio nel mercato di gennaio.

Caterina Autiero

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