“Per quei tocchi così magici che ci hanno fatto venire i brividi. Grazie Ilicic”. Questa dichiarazione d’amore basterebbe da sola a descrivere la grandezza di un calciatore come Josip Ilicic, che dopo 5 lunghi anni rescinde il suo contratto con l’Atalanta.
173 presenze, 60 gol, non sono numeri che si dimenticano facilmente. Lo sa l‘Atalanta, lo sa Gasperini, ma lo sanno soprattutto i tifosi che gli riservano un tributo commovente durante il match contro il Torino al Gewiss Stadium. La grandezza di un uomo non si misura solo dai suoi successi, ma anche e soprattutto da come reagisce di fronte alle difficoltà che la vita gli pone dinanzi. Ilicic questo lo sa bene, avendo dovuto dribblare l’avversario più temibile e più insidioso: la depressione.
La sua storia insegna che essere calciatori non sempre è sinonimo di felicità. Certo il più delle volte può sembrare così ma le difficoltà della vita non guardano in faccia nessuno e da un momento all’altro puoi improvvisamente ritrovarti nel baratro più profondo. Come Josip. Chi lo conosce bene lo descrive come un ragazzo timido e introverso, uno sguardo che indossa sempre un velo di malinconia. Ma nel momento in cui viene messo di fronte a ciò che ama, poi si trasforma. Sotto porta timidezza e insicurezza svaniscono per lasciar posto a giocate di alta classe e gol da manuale. In campo il numero 72 non conosce ostacoli.
La stella Josip inizia a brillare in quel di Palermo dove segna, fornisce assist e poi si spegne. Avere a che fare con il suo enorme talento, significa avere a che fare con l’uomo prima che con il calciatore. La triste parentesi alla Fiorentina lo porterà a voler andare via dopo soli 4 mesi. E invece ci resta 4 anni. Ma nel 2017 arriva al liberazione per entrambe le parti e per lo sloveno inizia una nuova seconda vita a Bergamo.
Come due anime che non aspettavano altro che trovarsi, Ilicic e l‘Atalanta stringono un patto e partono disegnando un percorso nerazzurro che nessuno mai si sarebbe aspettato. Dall’Europa League alla Champions, la Dea è una vera e propria macchina da guerra con Josip suo principale condottiero. Il 19 febbraio 2020 è una data che resterà per sempre impressa nei cuori dei tifosi bergamaschi; l’Atalanta gioca contro il Valencia, lo sloveno segna il primo gol e non si ferma più. Risultato finale 3-4, la Dea vola ai quarti.
Ciò che è successo dopo tutti purtroppo lo sappiamo. Qualcosa di talmente grande e doloroso da riuscire a fermare anche il calcio; il covid. Arriva come un’ombra nera insieme alla depressione di Ilicic che inizia a sentirsi oppresso e perso. Non è però il momento di fermarsi. Con coraggio il numero 72 torna a illuminare ancora segnando forse uno dei suoi gol più importanti ad Anfield contro il Liverpool.
Per scacciar via le ombre però c’è bisogno di tanta luce che Ilicic in quel momento non riesce a trovare. I giornali scrivono pagine e pagine, si parla tanto, quando forse il silenzio sarebbe stato di gran lunga la soluzione migliore. Esistono storie che a volte è meglio chiudere per essere ricordate davvero per quello che sono state e che sono. Josip rescinde il suo contratto con la Dea a cui ha dato tutto, luce e ombra.
Alcuni calciatori sono come stelle cadenti, illuminano per un istante il terreno di gioco per poi eclissarsi in quanto anch’essi esseri umani. E tu sei lì con lo sguardo proteso ad aspettare un’altra delle loro giocate e magari ad esprimere il desiderio che ne facciano ancora. È quello che tutti speriamo per Ilicic che ora è pronto per un altro cammino dove portare se stesso e dove ci auguriamo possa splendere perché chi sa come si fa, non se ne dimentica.
“Grazie per l’affetto che mi dimostrate sempre. Abbiamo fatto la storia e la storia non sarà mai dimenticata. Sarete sempre nel mio cuore”.