E’ il primo allenatore straniero alla guida delle Juventus Women.
E’ nato a Melbourne ma ha origini italiane.
E’ il volto nuovo della Serie A femminile.
Joe Montemurro, con la sua esperienza internazionale e una moderna e offensiva idea di gioco fatta di possesso palla e tridente, è pronto a portare in alto le bianconere ma anche il calcio femminile italiano.
“Ho scelto la Juventus per il quadro generale e per la crescita della Juve e del calcio italiano. Spero che qui si possano creare le basi per andare avanti non solo come risultati della squadra, ma anche per la crescita di giocatrici che possano andare avanti in Nazionale. Inoltre con l’arrivo del professionismo dell’anno prossimo vogliamo essere pronti per fare un salto importante”.
Il legame con l’Italia è per lui molto forte in virtù delle origini lucane. I suoi genitori, entrambi di Grumento Nova (una piccola cittadina in provincia di Potenza), sono partiti per l’Australia negli anni ’50, stabilendosi a Melbourne, dove sono nati Joe e i suoi due fratelli.
Da ragazzo ha giocato in nel Brunswick Juventus, un club per immigrati, prima di fare il suo esordio da professionista a 16 anni.
Ma la sua carriera come calciatore -centrocampista per la precisione-, è stata breve e poco fortunata, benchè perlopiù trascorsa in Italia. Ha giocato principalmente nelle serie minori: il suo nome compare tra le fila del Potenza (Serie C) e del Treviso.
Tornato in Australia terminerà l’attività da calciatore nei campionati statali del Victoria.
Nonostante non troppe fortune sui campi di calcio, Joe non abbandona questo sport e inizia ad allenare i giovani prima di ricoprire il ruolo da head coach con il Sunshine GC, dove subentra a stagione in corso e porta il club alla salvezza, e poi con il Coburg United.
“Avevo 28 anni quando ho deciso di appendere le scarpe al chiodo, un’età molto giovane per un calciatore. Non era a causa di un infortunio o qualcosa del genere, volevo solo ricominciare la mia vita in Australia e sapevo che avrei dovuto fare quel salto in giovane età se volevo intraprendere il mio percorso da allenatore. Sono tornato al mio vecchio club, il Brunswick Juventus, e ho iniziato come allenatore ‘junior'”.
Col tempo, da tecnico, si leverà tante soddisfazioni e si rivelerà un talento.
Segue (nel 2010) il corso da allenatore di Coverciano e prende sempre più forma la sua idea di calcio che, col tempo, lo porterà al successo. Completando tutto l’iter nel 2014 ottenendo il patentino da allenatore ‘UEFA Pro’ con una tesi dal titolo: “Gli ex giocatori sono i migliori allenatori?”
Dopo un’esperienza di quattro mesi alla guida tecnica della neofondata squadra papuana del Port Moresby, tornerà in patria e inizierà la sua carriera nel calcio femminile.
Dal 2014 al 2017 allena le squadre femminili del Melbourne Victory e del Melbourne City con cui vince per tre volte il titolo per poi sostituire Pedro Martínez Losa sulla panchina dell’Arsenal.
Sbarca in Europa a novembre del 2017 e dopo pochi mesi già conquista la FA Women’s League Cup.
Ma è solo l’inizio perchè riporterà l’Arsenal Women a vincere il titolo di campione d’Inghilterra dopo sette anni e, insieme a esso arriva anche il record di punti per il club che gli vale il riconoscimento di FIFA The Best World Women’s Manager of the Year.
Great occasion and celebrations … thank you to everyone !! Look forward to more next season ! pic.twitter.com/MjKZD3sDWI
— Joe Montemurro (@MontemurroJoe) May 11, 2019
Raggiunge, inoltre, i quarti di finale di Women’s Champions League nell’edizione 2019/20, cosa mai riuscita nelle precedenti stagioni.
In tre stagioni, l’Arsenal è stata la squadra che ha vinto più partite (45 su 57 giocate) e segnato più goal (173, oltre tre di media a partita): Montemurro è entrato di diritto nel Gotha del calcio femminile.
Dopo tre anni a Londra e tanti successi, l’allenatore decide di lasciare un campionato prestigioso e affermato come quello inglese per l’Italia, quella che egli considera comunque casa. Ha accumulato esperienza e poi ha seguito il cuore scegliendo di allenare la Juventus.
“Sono da sempre tifoso della Juve”.
Il bianco e il nero sono stati una costante del suo rapporto con il calcio.
Non solo la Juve ma anche il Brunswick e i Mondiali visti in Tv …
“Il mio amore per il calcio risale ai Mondiali del 1978. Ero solo un bambino di otto anni che, a Melbourne, guardava le partite in bianco e nero in televisione. Il torneo si disputava in Argentina e, date le mie origini, facevo ovviamente il tifo per l’Italia ma sopratutto fu proprio in quell’occasione che mi innamorai definitivamente del gioco”.