Quando un calciatore appende gli scarpini al chiodo, difficilmente lascia il mondo del calcio, perché questo sport entra nel cuore e nell’anima. Così si finisce a fare i commentatori nelle trasmissioni calcistiche oppure ci si siede sulla panchina di qualche squadra per cercare ulteriori successi.
Alcuni giocatori però non rispettano questa “tradizione” e cambiano strada, trasformando un’ulteriore passione in un lavoro. È il caso di Jesper Blomqvist, 44enne svedese ex centrocampista di Umea, Goteborg, Milan, Parma, Manchester United, Everton, Charlton, Djurgarden, Enkoping e Hammarby.
Il giocatore ha da sempre una grande passione per la pizza e la cucina italiana e una volta lasciato il mondo del pallone ha aperto insieme a due soci Janne e Blendi una pizzeria vicino a Stoccolma, più precisamente sull’isola svedese di Lidingo, a 10 minuti di distanza dalla capitale.
Il locale si chiama “450 Gradi” e si affaccia sulle acque del Mar Baltico.
In un’intervista al Sun, lo svedese ha dichiarato:
“Posso dire di non aver mai lavorato tanto in vita mia. Ho allenato e fatto il commentatore televisivo, ho provato altre cose come viaggiare che è una cosa bella, ma non ho mai sentito la passione così come è successo con il cibo, una volta approdato in Italia. È lì che è cominciato tutto. La mia passione è iniziata quando sono arrivato a Milanello: sembrava un ristorante a cinque stelle. Per me il cibo italiano è il migliore. Hanno questa passione per i prodotti. I singoli prodotti parlano alla mente, gli italiani non pensano a mescolare troppi ingredienti e complicare il gusto. La mia pizza preferita è la Margherita, la più semplice, ma ne facciamo così tante…Allo United, invece, avevi uova strapazzate e fagioli su pane tostato prima di una partita. Quando andammo a giocare contro la Juve, per la semifinale di Champions, ci misero in un bell’hotel italiano. C’era un ristorante, ma i compagni aprirono le valigie e tirarono fuori spaghetti Heinz e salsa di pomodoro. Forse lo facevano per non rischiare di essere intossicati dal cibo, ma per me era inaccettabile. Siamo in Italia e portiamo barattoli di Heinz?”.
Barbara Roviello Ghiringhelli